Calvino, il Mediterraneo, i cellulari e poi Malala: perché non sottoporre alla gogna del voto anche i titoli dei temi? Un modo per consumare una piccola vendetta contro queste tracce che hanno fatto consumare montagne di energia nervosa a qualche centinaio di migliaia di ragazzi. Uno sfizio liberatorio che val la pena prendersi.



Traccia Calvino. Un brano tratto da Il sentiero dei nidi di ragno, scritto dal 1947. Confesso di avere qualche conto in sospeso con Calvino, scrittore che mi sembra esista tutto sulla carta e poco nella vita. Ma questo è pensiero personale. La situazione narrata, con la vicenda del piccolo Pin, creatura selvatica espulsa dal consesso umano, mi sembra più che altro un caso clinico un po’ stereotipato. Il nesso con la storia che potrebbe essere decisivo, visto che è squarcio di vita del Dopoguerra, è esile. Così il tema si sviluppa necessariamente su dinamiche di introspezione o di lettura stilistica. Voto sei.



La letteratura come esperienza di vita. Forse la traccia migliore. Con qualche decina d’anni in meno, l’avrei scelta. Qualche dubbio sulla scelta dei quadri, perché non esprimono questa decisività della lettura così ben enunciata nel brano di Paolo e Francesca. Matisse poi è tagliato che neppure si vede il libro tenuto sulle ginocchia. Detto questo, il brano del dialogo tra Borges e il pubblico è stupendo, e fa capire perché Papa Francesco ami tanto lo scrittore argentino. Davvero c’è un senso bruciante di come la letteratura sia vita. «Io sono la vita, io sono dentro la vita. È uno dei numerosi aspetti della vita è il linguaggio, la parola, è la poesia. Perché dovrei contrapporre gli uni all’altra?». Voto otto.



La sfida del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale. Anche questa è una traccia che poteva tentare. Belle le suggestioni di Ignazio Visco e di Martha Nussbaum. A tema l’importanza della cultura umanistica e dello spirito creativo anche nell’affrontare i nodi della politica e l’organizzazione sociale. Niente di nuovo, certo. Ma leggerlo per mano dal governatore del Banca d’Italia fa sempre un bell’effetto. Voto sette.

Il Mediterraneo: atlante geopolitico d’Europa e specchio di civiltà. Una di quelle tracce che non potevano non esserci. Suggestiva nell’enunciato, ma quanto distante dalla realtà di quel che sta accadendo nel Mediterraneo. Il documento dei paesi del Maghreb sul nuovo corso post primavere arabe, con tanto di firma della Libia, fa un po’ sorridere. Una traccia che avrebbe richiesto meno florilegi culturali e un po’ più attualità. Voto cinque.

La traccia sul mondo connesso. La traccia scientifica essendo la più banale era anche la più semplice. Ma quanto si vede che è stata pensata da persone di una generazione pre-digitale, che trasuda nostalgia per i vecchi modelli della comunicazione lenta. Sulla comunicazione digitale si poteva proporre di meglio e decisamente di meno banale. Voto quattro.

Traccia sulla guerra e la resistenza. Nell’anno del centenario (per l’Italia) della Grande Guerra, arriva una traccia su settembre 1943 e Resistenza. È un brano di Dardano Ferulli, morto alle Fosse Ardeatine. Il pensiero è alto e di grande valore morale. Faccio un po’ fatica a come si potesse svilupparlo, se non in una continua riconferma di quei contenuti. Un tema a percorso “chiuso”, insomma. Voto sei.

Tema su frase Malala. Un altro pensiero in ogni senso ineccepibile. Si riprende in qualche modo il tema della lettura e dei libri, come esperienze imprescindibili di libertà. Anche in questo caso difficile immaginare una qualsiasi dialettica. È un’altra traccia che costringe a percorsi obbligati e forzatamente alla retorica. Voto cinque.

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