Il 20 giugno ricorre la commemorazione di San Metodio, vescovo e martire. Il santo visse a cavallo tra il III e il IV secolo e fu una delle migliaia di vittime della feroce persecuzione di Diocleziano. Fine filosofo con una grande preparazione umanistica, si distinse per le sue opere di teologia e per i suoi scritti, parte dei quali sono giunti fino a noi. Metodio viene considerato uno dei Padri della Chiesa per il suo costante impegno nel difendere la fede dalle eresie. E’ venerato anche nella religione ortodossa, dove lo si definisce vescovo di Patare, ma si tratta in realtà di un errore dello storiografo Leonzio il Bizantino. Della vita di Metodio non si conosce quasi nulla. Si sa per certo che nacque in Licia, l’odierna Asia Minore (Turchia), nella seconda metà del III secolo d.C. Non è noto invece se la sua famiglia fosse cristiana e sia stato cresciuto seguendo i precetti della religione o se la sua conversione sia giunta in età adulta. I suoi studi lo portarono a conoscere e ad apprezzare gli scritti della letteratura cristiana greca e si appassionò soprattutto alle opere di Sant’Ireneo, San Paolo Apostolo e degli Apologisti, ciò nonostante amava anche Platone. Ordinato sacerdote, divenne vescovo di Olimpo, l’attuale Cirali, ridente località turistica costiera della provincia di Antalya e condusse una vita dedicata all’insegnamento e alla scrittura. Con i suoi scritti si batté per affermare l’ortodossia del cristianesimo confutando alcune tesi del maestro alessandrino Origene. In particolare, Metodio rifiutava l’idea di Origene che affermava che il corpo degli uomini, una volta avvenuta la resurrezione, sarebbe stato diverso da quello che possedevano in vita. Allo stesso modo, il vescovo contrastò anche un’altra dottrina, sempre di Origene, che riteneva che l’anima fosse preesistente alla nascita degli individui. Purtroppo, gran parte degli scritti di Metodio sono andati perduti e sono giunti a noi solo frammenti, vi è però un’opera, che nella sua versione in lingua greca ci è giunta interamente, “Il Simposio delle Dieci Vergini”, un dialogo che, nella struttura è simile al “Simposio” di Platone e che vede appunto dieci donne parlare ed esaltare la castità. Uno scritto di tal genere gli attirò però non poche critiche dalla società libertina del tempo. In una versione in lingua slava, ci sono giunti invece diversi frammenti delle sue opere sul libero arbitrio e sulla resurrezione, in cui si impegnò a controbattere le tesi di Origene. Sappiamo poi dell’esistenza di un libro dal titolo “Contro Porfirio”, andato però perduto, in cui egli controbatteva a uno scritto dal titolo “Contro i Cristiani”. Pare che negli ultimi anni della sua vita, Metodio fosse divenuto vescovo di Tiro, in Fenicia. Durante la terribile persecuzione di Diocleziano venne fatto prigioniero e trasferito a Calcide in Eubea e qui morì dopo essere stato sottoposto a martirio. La sua morte avvenne nel 311 d.C. Metodio viene festeggiato solennemente nella parrocchia omonima di Siracusa. Le cerimonie religiose e le processioni si svolgono nell’arco della settimana che precede il 20 giugno e, accanto ad esse, si tiene anche la Fiera del Dolce. A chiusura della festa, nella serata del 20 giugno, ha luogo uno spettacolo pirotecnico.



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