Nel giorno del 26 giugno la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Virgilio, terzo Vescovo di Trento, città di cui è patrono, e martire trentino di origine romana. Visse indicativamente tra la fine del IV secolo e l’inizio del V. I documenti su di lui, lo indicano già come vescovo di Trento, carica affidatagli da Ambrogio, vescovo di Milano, a quei tempi massima carica ecclesiastica dell’Italia Settentrionale, canonizzato anche lui.



Alla fine del IV secolo, periodo della nomina di Virgilio, il seggio di Pietro era occupato da Siricio, deciso sostenitore del primato che spettava a Roma su tutta la comunità cristiana. Quest’ultimo, tuttavia, decise di lasciare ad Ambrogio la guida spirituale del Nord della penisola, dove il Cristianesimo aveva trovato già in passato terreno fertile dove lasciar attecchire molto profondamente le proprie radici. La situazione era diversa a Trento, dove restavano ancora diverse zone non ancora evangelizzate, come dimostra il fatto che Virgilio stesso fu soltanto il terzo vescovo della città.



La Chiesa Cattolica, in quel periodo e in quel luogo, aveva bisogno di missionari. Questi vennero richiesti dal Papa ad Ambrogio che li trovò muovendosi verso Oriente, precisamente in Cappadocia, in Turchia. Fece arrivare, quindi, in Trentino Sisinnio, Martirio e Alessandro.
Virgilio affidò subito ai nuovi predicatori il compito di convertire l’attuale Val di Non, l’Anaunia. La sua filosofia fu sempre quella di non proporsi come un dominatore, ma di presentarsi come un messaggero della Parola di Dio con i gesti più che con le prediche.

I tre missionari riuscirono ad avere un grande successo tra la popolazione, proprio grazie al loro atteggiamento benevolo, disponibile e aperto verso il prossimo. Dopo dieci anni dall’inizio della loro missione, tuttavia, accadde un evento che cambiò tutto: scoppio una violenta lite a Sanzeno tra pagani e un cristiano che andava opponendosi al culto di Saturno. I miscredenti riuscirono ad aizzare la folla contro i predicatori che furono colpiti a morte e bruciati. Virgilio si precipitò a raccogliere quel poco che rimaneva dei loro resti, fermo nelle convinzioni nei confronti della vita e sulle sofferenze che essa comporta in alcune circostanze. Onorati i defunti, decise di non condannare i colpevoli preferendo perdonarli e chiedendo la grazia all’imperatore Onorio. Il gesto rappresenta, in un certo senso,  il manifesto della sua linea di pensiero, racchiusa nella frase scritta dal santo stesso nella lettera “Vincere soccombendo”.



Le reliquie dei tre missionari furono inviate da San Virgilio a Costantinopoli, a San Giovanni Crisostomo e a Milano. Nel frattempo, nel capoluogo lombardo, il vescovo era cambiato: a succedere ad Ambrogio fu Simpliciano che raccolse il dono delle sante reliquie inviate. Nel XX secolo la diocesi di Milano deciderà di donare parte di queste reliquie alla chiesa della cittadina dove si consumò la tragedia, quella di Sanzeno.
Riguardo alla morte di Virgilio non sono presenti testimonianze nè documenti, ufficiali e non, da cui sia possibile dedurre qualche notizia. Tuttavia, esiste un racconto successivo all’epoca in cui il santo condusse la sua vita, che parla di lui come un martire.

La versione, però, lascia un po’ scettici gli studiosi che faticano a credervi. E’ probabile, piuttosto, che la notizia sia derivata da una leggenda costruita sopra al suo martirio. Pare che San Virgilio venne ucciso a zoccolate in una zona della Val Rendena, ma esistono anche varianti in cui si racconta di una sola zoccolata ricevuta da una donna. Da questo episodio deriverebbe la storia della lapidazione. Non a caso tra i simboli che vengono tradizionalmente associati alla figura del santo vi sono gli zoccoli, accanto al bastone pastorale, chiaro riferimento alla carica di vescovo che ricoprì a Trento, e alla palma, emblema della pace e del perdono, come quello che concesse agli assassini dei tre predicatori. I suoi resti sono attualmente custoditi nella città di Trento che egli servì con devozione fino alla fine dei suoi giorni.

Nello stesso giorno, oltre a Virgilio, la Chiesa Cattolica commemora numerosi altri Santi, tra questi spiccano i nomi dei Santi Giovanni e Paolo, Sant’Antelmo di Chignin, San Davide di Salonicco, San Deodato di Noia, San Josemaria Escrivà de Balaguer, San Massenzio