L’8 giugno la Chiesa cattolica ricorda e celebra la memoria di San Medardo, vescovo francese nato a Salency, un piccolo comune della Piccardia. Medardo è figlio di Nectar, uno dei Franchi che ha conquistato la Gallia insieme al re Clodoveo, e di Protagia, di stirpe gallo-romana. Secondo alcune fonti, ha un fratello gemello di nome Gildardo, anche lui fatto santo. Il ragazzo vive nella generazione che nasce proprio dalla fusione delle stirpi della Gallia e dell’antica Roma. Fin da giovanissimo, Medardo si appresta al Cristianesimo e percorre tutto il tragitto di fede per diventare sacerdote. Quindi, viene eletto vescovo prima a Tournai e poi a Noyon, fondendo entrambe le sedi vescovili e dando vita ad una nuova diocesi. Nel 545 diventa vescovo anche dell’attuale Saint Quentin.



Ed è proprio durante tale periodo che Medardo vive alcuni dei momenti più importanti della sua esistenza. Radegonda, figlia del re di Turingia e moglie forzata del re dei Franchi Clotario I, viene continuamente disonorata e tradita dal suo consorte. Come se non bastasse, Clotario fa uccidere uno dei suoi fratelli. La donna decide così di recarsi da Medardo e di chiedergli di essere consacrata. Il vescovo non si crea alcun problema e decide di accogliere Radegonda, facendola diventare diaconessa. In seguito, la ragazza fa erigere un monastero e un ospedale, entrambi nella cittadina di Poitiers. Medardo resta vescovo per circa quindici anni e questo è l’atto più tangibile della sua vita dedita all’evangelizzazione e alla carità cristiana. In seguito a tale avvenimento, Clotario nutre una profonda stima nei confronti del futuro santo.



Medardo muore l’8 giugno del 560 e viene fatto seppellire dallo stesso re Clotario a Soissons, a quei tempi la capitale del regno dei Franchi. Anche lo stesso sovrano sarà successivamente sepolto presso la stessa chiesa, in seguito divenuta un’abbazia e dedicata proprio a San Medardo. Viene subito canonizzato e, nel 575, il re franco Chilperico I gli dedica una poesia in latino. Numerose sono le incongruenze sulla sua vita, dato che secondo alcuni Noyon e Saint Quentin sono la stessa città.

Fin dalla sua gioventù, a Medardo sono stati attribuiti vari miracoli. Tra questi, da menzionare una preghiera che avrebbe ammutolito un allarme che segnalava il furto della sua mucca. Inoltre, sempre secondo altre fonti, il santo avrebbe calmato uno sciame di api che stavano attaccando un uomo che stava rubando il miele. Si narra anche che Medardo avesse lasciato scappare un individuo che gli stesse derubando una vigna. Tutte leggende piuttosto fantasiose, nate per sottolineare la sua grande generosità nei confronti del prossimo. Persino Victor Hugo, ne I Miserabili, si sarebbe ispirato alla magnanimità di Medardo per creare il personaggio del vescovo Benvenuto Myriel, famoso per aver perdonato chi ha rubato l’argenteria della sua tavola.



Come si può ben intuire, San Medardo di Saint Quentin è stato uno dei vescovi più famosi e apprezzati del suo periodo storico. Anche in Italia è molto conosciuto, dato che è il santo patrono della località di Arcevia, situata in provincia di Ancona. Ed è proprio qui che viene situata la raffigurazione italiana di Medardo, creata dall’artista Luca Signorelli. Un’altra leggenda che lo riguarda parla di un’aquila che dispiegava le proprie ali su di lui con lo scopo di difenderlo dalle insidie della pioggia.