-Il 9 giugno è il giorno in cui la Chiesa Cattolica ricorda Sant’Efrem. Nato a Nibis nella Mesopotamia intorno all’anno 306, Efrem è stato educato da genitori cristiani, anche se da alcune testimonianze scritte, risulta che suo padre era stato un sacerdote pagano. Gli anni della sua adolescenza furono anni contrassegnati da dissidi e attriti sia nel mondo politico che nel mondo religioso. Pochi anni prima della sua nascita l’imperatore Diocleziano firmò un accordo con il re della dinastia persiana Narseh con cui la città di Nibis sarebbe stata annessa all’impero Romano.



La più ovvia conseguenza fu che la comunità cristiana presente nella città natale di Efrem dovette patire la persecuzione. Quando aveva diciotto anni, Efrem ricevette il battesimo e subito dopo fece il suo ingresso in convento. Divenuto diacono, fu chiamato dal vescovo della sua città che gli assegnò il titolo di professore. In quegli anni Efrem, oltre a svolgere la sua funzione di educatore, si dedicò molto alla scrittura.



Notevoli furono i suoi inni e le sue note bibliche. Ad Efrem si riconosce il merito di aver fondato la scuola di Nisibis, quella che poi nei secoli sarebbe diventata il riferimento educativo di tutta la Chiesa d’Oriente. Con la salita al trono del re Sapore II, il cui intento era quello di togliere l’intero territorio della Mesopotamia all’impero di Roma, la città di Nisibi visse anni di battaglie e di ripetuti assedi. Tutta la comunità cristiana attribuì la resistenza e la salvezza della città prima alle preghiere e alla infinita fede del buon vescovo Giacobbe e poi ad avvenimenti fortuiti, inspiegabili e quindi miracolosi.



Lo stesso Efrem riconobbe la straordinarietà degli eventi. A testimoniare l’esistenza della prima comunità cristiana a Nisibi è un famoso battistero che ancora oggi esiste. Seguirono molti anni ancora di morte e distruzioni fino a quando il nuovo imperatore Gioviano firmò un accordo con il re Sapore II, in base al quale la città di Nisibi passava alla Persia ma a patto che fosse concesso all’intera comunità cristiana di lasciare la città. Nell’anno 363 Efrem si trasferì nell’antica città di Edessa, dove portò avanti la sua opera di insegnante nonostante i tanti filosofi e numerosi adepti di altri culti religiosi (manicheismo, chiesa ortodossa, marcionismo, gnosticismo).

Efrem visse nella città di Edessa fino a che ebbe vita. Spese molto delle sue energie per rendere possibili gli aiuti umanitari, divenuti essenziali in seguito alla carestia che si era abbattuta sulla città di Edessa e dintorni. Colpito da una terribile malattia letale, la peste, Efrem morì. Era l’anno 373, il giorno 9 del mese di giugno. Nel corso della sua vita Efrem compose poesie bellissime, che ben evidenziavano l’aspetto emotivo e artistico dell’autore. Dai suoi lavori si evinceva chiaramente una conoscenza profonda delle Sacre Scritture. I suoi canti, scritti sempre in siriano, furono tradotti in lingua greca e si diffusero ovunque. Efrem dimostrò grande devozione per la Madonna attraverso la stesura di venti inni a Lei dedicati. Nel 1920 Papa Benedetto XV dichiarò Sant’Efrem “Dottore della Chiesa”.