La chiesa cattolica romana commemora e festeggia prendendo spunto dal proprio calendario martirologio, ogni anno il 13 di luglio, Santo Enrico conosciuto anche come Enrico II il Santo, che nel corso della propria vita terrena è stato uomo caratterizzato da grande fede oltre che Re d’Italia ed Imperatore del Sacro Romano Impero. Secondo le notizie storiche arrivate fino ai giorni nostri grazie ai tanti documenti presenti sulla propria vita, si è a conoscenza del fatto che Santo Enrico è nato il giorno 6 maggio 973 (anche se occorre rimarcare come sia presente una corrente di pensiero che ritiene che l’anno di nascita il 978) da Enrico detto il Pacifico per cui di stirpe reale. Santo Enrico è l’ultimo esponente della gloriosa dinastia degli Ottoni e nel corso della propria vita assunse anche il nome di Enrico IV di Baviera in quanto divenne Duca della Baviera. La sua vita è soprattutto rivolta al ruolo di comando e di responsabilità dovuto al suo lignaggio ed infatti già nel 1002 in virtù della morte abbastanza improvvisa di suo cugino Ottone III, Sant’Enrico venne eletto re di Germania ed in segno di quanto fosse radicata in lui la religione cristiana e l’attenzione rivolta rispetto a tale ambito, decise di fare una scelta non proprio consueta per l’epoca ed ossia di nominare quale proprio cancelliere il vescovo di Como, Alberico, il quale evidentemente aveva delle influenze molto positive su di lui. Durante il suo regno, Sant’Enrico a differenza dei suoi predecessori che dedicarono molte delle loro attenzioni all’Italia, dovette occuparsi in prevalenza dei tanti problemi presenti nel territorio tedesco. Nello specifico molti dei vassalli volevano maggiore potere per cui spesso e volentieri il Re dovette affrontare in battaglia alcuni Signori come Federico Conte di Lussemburgo. Problematiche simili ebbe con la Polonia che chiedeva la propria indipendenza e che di fatto ottenne per mezzo di una dura guerra mentre in Italia, Sant’Enrico dovette intervenire soltanto un paio di volte tra cui la battaglia contro Arduino d’Ivrea, nella quale peraltro ebbe la meglio. Un nuovo arrivo in Italia del Re avvenne nel 1013, quando fu chiamato ad occuparsi delle controversie nate per la decisione su chi si doveva sedere sul trono di Pietro a Roma. Sant’Enrico riuscì a gestire la situazione con grande diplomazia appoggiando l’elezione di Papa Benedetto VIII che a sua volta, quasi per ricambiare il favore, lo incoronò il 14 febbraio 1014 Imperatore nella città Eterna. Nel 1022 ebbe modo di dare nuovamente il proprio apporto alla causa cristiana, in quanto presiedette insieme al Sommo Pontefice il cosiddetto Concilio di Padova. Un concilio nell’ambito del quale vennero prese delle importanti decisioni per quanto concerne la problematica del concubinato con l’emanazioni di sette regole incentrate in tale ambito. Nel corso della sua vita si dimostrò essere molto religioso e convinto del fatto che l’Imperatore avesse dei precisi obblighi nei confronti della Chiesa tant’è che entrò in tantissime vicende operando un certo controllo sui monasteri tedeschi. La sua morte avvenne nel mese di luglio del 1024 e la sua canonizzazione ebbe luogo nel 1146 per decisione di Papa Eugenio III.



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