L’irresponsabilità è uno dei mali più subdoli della nostra epoca, ha ribadito più volte papa Francesco nella sua ultima enciclica Laudato si’: soprattutto per le gravi conseguenze che porta con sé, a danno delle presenti e future generazioni. Non sono parole vuote e lontane dalla realtà, quelle di papa Francesco, e un esempio lampante dell’irresponsabilità di chi ci governa lo vediamo nella proposta per legalizzare la cannabis presentata da 218 parlamentari a Montecitorio. L’iniziativa vuole modificare, ampliandoli, i quantitativi di cannabis detenibili già a partire dai 18 anni; vuole concedere la coltivazione domestica o in forma associata di piante di cannabis; la vendita al dettaglio in negozi specializzati, e la prescrizione di cannabis a fini terapeutici.
Sorprende innanzitutto che si tratti di una proposta “trasversale”, segno che ormai anche i partiti fino a qualche tempo fa più attenti ai rischi delle droghe stanno cedendo sui valori e sui limiti fondanti la loro appartenenza, forse in cambio di voti e potere. Colpisce però anche il fatto che nonostante tutte le consapevolezze sulla pericolosità di questa droga, ormai accertate da anni da tutte le discipline mediche specifiche (dalle neuroscienze alla cardiologia, dall’immunologia alla pneumologia), ci siano ancora persone capaci di favorire l’utilizzo di una droga già al vertice dei consumi tra tutte le altre, e naturalmente al vertice dei guadagni delle organizzazioni criminali.
La proposta è stata accompagnata dalla creazione di un sito internet, la cui home page è corredata da citazioni di personaggi di diverso rilievo a sostegno del tema. Spicca ad esempio il nome di Umberto Veronesi: lascia perplessi però vedere un medico, considerato il massimo esperto della lotta al tumore, sostenere il consumo di una droga che provoca il cancro alla gola, ai polmoni e all’apparato digerente. Ancora più inquietante il fatto che nella sezione “Documenti” del sito non siano ad oggi presenti documentazioni scientifiche che presentano a 360 gradi tutti gli aspetti sociali e medici legati al consumo di questa droga. Non sono peraltro presenti links ai più autorevoli istituti che da anni studiano la cannabis, tra i quali senza andare troppo lontano citiamo il nostro Dronet con la sua impressionante pubblicazione Cannabis e danni alla salute.
Il cittadino che deve capire e valutare una proposta politica ha infatti il diritto di essere adeguatamente informato su un argomento, così come ne avrebbe diritto il giovane che a partire dai 18 anni potrebbe detenere fino a 20 grammi di cannabis. Una quantità “modica” secondi i parlamentari firmatari, ma che tanto modica non è, se si pensa che il governo francese aveva varato una campagna contro la cannabis anche sulle strade: “Sulla strada la cannabis fa 230 morti all’anno” diceva uno dei cartelloni sull’autostrada francese… (riportato in C. Risé, Cannabis. Come perdere la testa e a volte la vita, San Paolo). E fa paura pensare che quel ragazzo di 18 anni potrebbe essere uno di quei 230, e magari nostro figlio.
Papa Francesco nell’enciclica non ha parlato solo di irresponsabilità, ma anche della mancanza di solidarietà tra le generazioni. Che è quanto risulta da una proposta incapace di guardare lontano, al bene dei giovani ma in realtà di tutti i cittadini che meritano di essere governati da chi desidera il loro bene. Servono politici responsabili verso il presente e il futuro, che utilizzino il tempo e le energie pagati da noi attraverso la spesa pubblica per proporre lavoro, formazione, servizi sanitari, sicurezza… non spinelli.