I santi Processo e Martiniano, la cui memoria liturgica si celebra, secondo il martirologio geronimiano, il giorno 2 luglio, furono due soldati romani vissuti nel primo secolo d.C. I loro contorni si perdono nel mito e nella leggenda, ma la loro veridicità storica è confermata dalla forte devozione che fin dai secoli successivi alla loro morte si sviluppò intorno alla loro figura, e soprattutto alle loro reliquie. Processo e Martiniano furono messi di guardia al carcere Mamertino, in cui i santi Pietro e Paolo erano stati rinchiusi, rei soltanto della loro salda fede nella nuova religione, il cristianesimo, tanto avversa agli imperatori di Roma.
Accadde però che i due militari rimanessero profondamente impressionati non tanto dalle parole, quanto dal comportamento dei due apostoli, al punto che infine li implorarono di impartire loro il battesimo. Pietro voleva accontentare i due giovani, ma non aveva acqua: così percosse con il suo bastone la rupe detta Tarpea, e da lì sgorgò l’acqua con cui battezzò Processo e Martiniano. I soldati, ricevuto il battesimo nel nome di Cristo, liberarono i santi Pietro e Paolo e li lasciarono scappare, noncuranti delle conseguenze che avrebbero subito personalmente.
Difatti, quando si seppe che non solo due soldati di Roma avevano lasciato scappare dei prigionieri, ma che avevano rinnegato gli dei pagani per aderire al cristianesimo, contro di loro si scatenarono le più feroci torture. Vennero messi sull’eculeo, uno strumento che serviva a stirare i loro corpi fino allo spasimo, vennero ustionati con bastoni infuocati e fatti morsicare dagli scorpioni: ma, poiché si rifiutavano in ogni caso di abiurare alla loro nuova fede, infine vennero decapitati, subendo lo stesso martirio di San Paolo.
I resti dei loro corpi straziati furono dapprima sepolti nel cimitero di Damaso, e sul luogo della loro sepoltura, nel IV secolo, fu eretta una chiesa, oggi andata distrutta. In seguito, le loro spoglie vennero traslate nella basilica di San Pietro e infine, agli inizi del 1600, tumulate sotto l’altare di San Pietro. I santi Processo e Martiniano fanno parte di quella folta schiera di martiri che, negli anni in cui la Chiesa doveva combattere contro la volontà avversa del potere temporale, diedero testimonianza di quanto la parola di Dio potesse operare con forza nel cuore dell’uomo, dandogli il coraggio di sopportare le peggiori sofferenze per conquistare la vita eterna.