All’arrivo in tribunale, alcune persone hanno gridato contro Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi. “Assassino” e altri epiteti sono stati rivolti all’uomo che ha visto confermata la sua condanna a otto anni. Le due principali accusate, Cosima Serrano e Sabrina Misseri, poi condannate all’ergastolo, a quanto pare non sono passate dall’entrata del tribunale di Taranto ma sono state condotte all’interno dell’aula direttamente dalla prigione dove erano rinchiuse. Misseri non ha rilasciato dichiarazioni e per tutto il tempo è rimasto sotto la protezione della polizia mentre alcuni cittadini lo insultavano.
Oltre alla conferma dell’ergastolo per Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri per l’omicidio di Sarah Scazzi, la corte di Assise di Taranto ha emesso altre sentenze riguardo il caso di Avetrana. Michele Misseri, lo zio di Sarah Scazzi che nei giorni seguenti all’omicidio si era preso la colpa per il reato commesso, ha subito la conferma a otto anni di carcere per concorso in soppressione di cadavere. L’uomo, come la moglie e la figlia, si trova già in carcere e ci resterà data la conferma della sentenza. Per alcuni degli altri imputati del caso di Avetrana la condanna è stata riformata: assolti Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano perchè il fatto non sussiste riguardo l’accusa di favoreggiamento personale. Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri, si è visto ridurre la pena a un anno e quattro mesi rispetto ai due iniziali mentre Carmine Misseri, fratello di Michele, è stato condannato a cinque anni e undici mesi per soppressione di cadavere, stesso reato d’accusa per zio Michele.
Dopo tre giorni di camera di consiglio arriva la sentenza Scazzi, la Corte di Assise di appello di Taranto ha confermato la condanna all’ergastolo nei confronti di Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri per l’omicidio di Sarah Scazzi avvenuto il 26 agosto 2010 ad Avetrana. La ragazza fu strangolata e poi gettata in un pozzo della zona. Lo zio Michele Misseri, che nei primi giorni della tragedia si era preso la colpa dell’omicidio, è stato condannato a 8 anni per soppressione di cadavere. Già in primo grado la zia e la cugina della vittima erano state condannate all’ergastolo, confermato dalla sentenza odierna
Si muove qualcosa al tribunale di Taranto, dopo ore di attesa sono pronte ad entrare in aula le due imputate principali Sabrina e Cosina, sono dietro la porta d’ingresso nell’aula che attendono indicazioni per prendere posto. Ricordiamo che le motivazioni della sentenza che verrà letta questa sera saranno rese note solo tra 90giorni standard previsti dalla legge. Non è un termine perentorio e potrebbe slittare ulteriormente. Tutti gli avvocati sono in piedi, la tensione è palpabile.
-Il tribunale di Taranto, dopo tre giorni di camera di consiglio, non ha ancora reso ufficiale la sentenza d’appello per l’omicidio di Sarah Scazzi. Per l’omicidio, lo ricordiamo, sono accusate la cugina della vittima, Sabrina Misseri e sua madre, Cosima Serrano, condannate all’ergastolo. Il marito di Cosima, Michele Misseri è stato condannato a otto anni, per aver partecipato alla sottrazione e all’occultamento di cadavere, ma si è sempre addossato la colpa del delitto. Il ruolo dell’uomo, zio di Sarah, è sempre stato centrale per le indagini, senza di lui, infatti, molto probabilmente il corpo di Sarah sarebbe stato impossibile da ritrovare, dal momento che era stato nascosto dallo stesso Misseri, in un luogo difficilmente rintracciabile. Ma è proprio grazie a lui che viene ritrovato il cellulare della ragazza, che Michele non ha nascosto, l’accusa è convinta che Misseri non sia colpevole dell’omicidio, ma che, succube del volere delle due donne di famiglia, abbia aiutato a nasconderne il corpo e che il fatto di aver tenuto il cellulare sia un segnale che non fosse totalmente in accordo con loro e che per questo abbia aiutato gli inquirenti nel ritrovamento. Resta a questo punto da sapere se il Tribunale d’appello sarà dello stesso avviso dell’accusa e confermerà la condanna di Cosima e Sabrina.
L’omicidio di Sarah Scazzi ha generato anche altre due processi, accanto al principale che riguarda l’omicidio della quindicenne e per il quale sono state condannate in primo grado Cosima Serrano e Sabrina Misseri, oggi in attesa della sentenza di appello. Il primo processo “satellite” si svolge a Taranto e ha come imputati Giovanni Bucolieri, e Michele Galasso, il primo è il fioraio di Avetrana che fornì agli inquirenti delle dichiarazioni contrastanti: in un primo momento disse di aver visto la zia di Sarah, Cosima, sequestrare la nipote in auto, per poi negare raccontando che si fosse trattato di un sogno, il secondo è amico di Galasso. Un secondo processo riguarda 12 imputati, accusati tutti di falsa testimonianza e false informazioni, tra questi c’è Ivano Russo, il ragazzo per il quale sarebbe stato commesso il delitto a causa della gelosia di Sabrina nei confronti di Sarah e Michele Misseri che dal 2010 si proclama colpevole del delitto.
Cosima Serrano e Sabrina Misseri non sono le uniche imputate in un processo per l’omicidio della giovanissima Sarah Scazzi nel 2010. Mentre il marito di Cosima e padre di Sabrina, continua ad addossarsi la colpa del delitto e le due donne continuano a professarsi innocenti, e sono già state condannate in primo grado all’ergastolo, accanto alle due donne, saranno imputati anche altre cinque persone: Carmine Misseri, fratello di Michele, per soppressione di cadavere, l’avvocato Vito Russo Junior, ex legale di Sabrina Misseri, per favoreggiamento e per favoreggiamento personale Antonio Colazzo, Cosima Prudenzano e Giuseppe Nigro. Tante le persone coinvolte in questa triste vicenda e per il quale sembra non riuscirsi a scrivere la parola fine, proprio per l’intrecciarsi di dichiarazioni discordanti e intralci che hanno reso il lavoro degli inquirenti sempre più difficile.
-Mentre attendiamo la decisione della Corte d’Assise di Taranto per il processo di appello per l’omicidio della giovanissima Sarah Scazzi, assassinata nel 2010 nei pressi di Taranto con tutta probabilità dalla cugina Sabrina Misseri e dalla zia Cosima Serrano per motivi di gelosia, le due donne continuano a dichiararsi innocenti. Durante il processo d’appello di giugno, infatti, la Serrano aveva rilasciato una lunga dichiarazione spontanea, mentre durante il processo di primo grado si era avvalsa della facoltà di non rispondere, e aveva terminato la propria difesa con parole molto forti: “Sono passati duemila anni e Gesù venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate. Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti”. Le prove portata avanti dal pg Antonella Montanaro contro le due donne, però sembrano essere più forti delle dichiarazioni rilasciate dalle due, che con forza si proclamano del tutto estranee alle azioni delle quali sono accusate e hanno cercato di depistare le indagini in tutti i modi.
-In queste ore è riunita la Corte d’Assise di Taranto che dovrà emettere la sentenza di appello di secondo grado per l’omicidio di Sarah Scazzi. Rosa Patrizia Sinisi, giudice che presiede la Corte dovrà decidere insieme a un altro collega e a 12 giudici popolari se rivedere la sentenza che due anni fa aveva condannato Cosima Serrano, zia della vittima, e Sabrina Misseri, cugina della Scazzi all’ergastolo, mentre Michele Misseri (zio di Sarah e marito di Cosima) ha subito una condanna di otto anni con l’accusa di soppressione di cadavere. Il processo di appello si è svolto più di un mese fa, il 12 giugno 2015, durante l’udienza la cugina di Sarah rilasciò una brevissima dichiarazione, prima di scoppiare in pianto:” Non l’ho uccisa, so io quanto sono addolorata”. La ragazza, lo ricordiamo, è stata accusata di aver deciso di assassinare la cugina perché gelosa del rapporto che questa aveva con Ivano Russo, di cui Sabrina era innamorata.
Attesa in giornata la sentenza del processo di appello di secondo grado da parte della Corte d’Assise di Taranto nel processo per la morte di Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto 2010. Imputate sono la zia Cosima Serrano e la cugina Sabrina Misseri, tutte due già condannate all’ergastolo nel processo di primo grado. Difficile ci possa essere un cambiamento di sentenza, magari uno sconto di pena, in quanto le due donne sono accusate grazie a prove definite convincenti di aver ucciso la ragazzina per motivi di gelosia. Lo zio Michele Misseri, che si è sempre auto accusato di essere lui l’assassino, è stato condannato a otto anni per occultamento di cadavere.