Sì, se la tirano la sfiga, Ignazio Marino e i suoi amici di una parte del partito che lo sostiene, cui appartiene anche il sindaco di Fiumicino, unito nella malasorte che sembra sprigionare su Roma e zone limitrofe. Va bene che sputare sulla Città Eterna è diventato il divertissement estivo, dall’estero alle cronache locali (perfino la Rai si è accodata all’esame impietoso del degrado capitolino, con tardivo coraggio, come si conviene). E a ragione, e ogni esternazione è ancora troppo poco. Ci vorrebbe una ribellione globale dei cittadini, sì da costringere il riluttante segretario e premier a fare la scelta elettoralmente più scomoda, ma di altro peso civile. Eppure, due incendi a Fiumicino in due mesi, di portata tale da bloccare il più grande hub del paese, non possono essere casuali. Certo, l’aeroporto di Roma ha deficit strutturali e una gestione sbagliata, colpevole da anni, tuona Alitalia. Replicano gli Aeroporti di Roma, vantando meriti e investimenti. Sarà, ma vabbè che la pineta andata in fiamme si chiama emblematicamente Coccia di Morto, di solito la sfiga ci vede benissimo, e che siano folli incendiari, propaggini malavitose vendicative, o provvide mani volte a fare ammuina, per creare malessere e togliere a Roma ogni credibilità, in vista degli appuntamenti giubilari e calcistici, qualcosa di programmato dev’esserci stato. Lo dice il buonsenso, e un po’ di memoria di storia patria. Oppure, chiamate un esorcista. Gridare al complotto però non aiuta, troppe volte l’abbiamo sentito per giustificare responsabilità e inadempienze, e secondo la regola avita dell’Al lupo al lupo, nessuno ci crede più, per principio. Renzi mette alle strette Alfano, che incassa e promette. Quando si farà luce sulla vicenda, cittadini e turisti avranno definitivamente abbandonato ogni fiducia e sicurezza, Toccherebbe portare in processione l’icona della Madonna del Popolo romano, supplicandola di proteggere la città col suo manto. Degli uomini non ci si può fidare, cova il terrore che, con l’aria che tira, l’azione assassina di qualche fanatico fondamentalista troverebbe ben pochi ostacoli. Per carità, io alle adunate religiose, sportive o concertistiche non ci andrò mai più, è la frase che si sente più spesso. E neppure in giro la sera, e guai sulla metropolitana, e povero chi abita in periferia…ci si arrende al tinello e ai balconi di casa, radunando gli mici, sperando che non ti tolgano l‘acqua o la luce. Capita anche quello, sovente, ma ci siamo abituati, e sembra il male minore.



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