Si è dimesso Francesco Errico, sindaco di Gallipoli protagonista di alcune discusse dichiarazioni sulla morte di Lorenzo Toma avvenuta domenica mattina davanti alla discoteca Guendalina di Santa Cesarea Terme (Lecce). “Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare”, aveva scritto su Twitter scatenando le polemiche. Il primo cittadino ha motivato la sua scelta per l’assenza di “stabilità politica”, ma diversi osservatori non escludono che ci sia una correlazione con le parole apparse online. “Se ho offeso la famiglia chiedo umilmente scusa – aveva aggiunto poco dopo – Il mio post voleva solo proteggere i ragazzi che hanno bisogno di aiuto per evitare la droga”.



Il Guendalina non verrà chiuso, almeno per il momento. Lo ha deciso il prefetto di Lecce, Claudio Palomba, durante la riunione straordinaria del comitato per l’ordine e la sicurezza convocata dopo la morte del diciannovenne Lorenzo Toma. Prima di prendere qualsiasi provvedimento contro il locale di Santa Cesarea Terme (Lecce) dovranno essere effettuati ulteriori accertamenti per verificare che il locale rispetti tutte le norme vigenti, riguardanti ad esempio la capienza massima e l’orario di chiusura. Per la discoteca salentina è stato dunque deciso un destino diverso da quello del Cocoricò di Riccione, chiuso per quattro mesi dal prefetto di Rimini dopo la morte del sedicenne Lamberto Lucaccioni, stroncato da una pasticca di ecstasy.



“Ho sempre visto la postazione di primo intervento. Tutte le sere c’era l’ambulanza. Non so perché abbiano chiamato mezzi da fuori, forse in quel momento si era allontanata, ma la postazione di primo intervento è fissa nel locale. Dev’esserci per legge”. Così un barman della discoteca Guendalina di Santa Cesarea Terme, il locale dove domenica mattina è morto il diciannovenne Lorenzo Toma, tenta di ricostruire la tragedia in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa LaPresse. “Ho visto un buttafuori che prendeva in braccio il ragazzo – ha aggiunto – Gli amici che si agitavano, ma con la calca e la musica non si riusciva a capire bene la gravità della situazione. Poi quando la musica si è spenta, intorno alle 7, abbiamo sentito le urla della fidanzata che continuava a ripetere ‘Non ci posso credere, eravamo venuti solo per divertirci. Non è possibile. Aiuto, aiuto. Non ci posso credere’. È stato straziante. Le urla si sentivano sin dentro al locale. Ci siamo sentiti male tutti”.



“Se le famiglie fossero più responsabili non ci sarebbe alcun bisogno di leggi e gruppi di pressione per garantire ai Minori la tutela dei loro diritti. Più che primarie agenzie di socializzazione sono divenute uffici deleganti”. Così Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, ha commentato le recenti dichiarazioni del sindaco di Gallipoli sulla morte di Lorenzo Toma, il diciannovenne deceduto dopo una serata alla discoteca Guendalina di Santa Cesarea Terme (Lecce). “Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco – ha scritto ieri su Twitter il primo cittadino Francesco Errico – Se non sai educare non procreare”. Dopo le polemiche è arrivato un altro tweet di scuse: “Se ho offeso la famiglia chiedo umilmente scusa. Il mio post voleva solo proteggere i ragazzi che hanno bisogno di aiuto per evitare la droga”.

Si svolgerà in giornata l’autopsia che dovrà chiarire le cause della morte di Lorenzo Toma, il ragazzo di 19 anni trovato agonizzante all’alba davanti alla discoteca Guendalina di Santa Cesarea Terme, in provincia di Lecce, e deceduto in ospedale. Secondo alcuni testimoni, prima di accasciarsi il giovane avrebbe bevuto da una bottiglia: “Io ho visto un ragazzo, avrà avuto tra i 18 e i 24 anni, aveva gli occhiali da sole, i capelli castani, alto normale: a un certo punto ha teso una bottiglia di Lemonsoda verso Lorenzo, invitandolo a bere. E lui ha bevuto, ha fatto un paio di sorsi”, ha detto un’amica della vittima al Corriere della Sera. “Dieci minuti dopo Lorenzo si è sentito male. Una congestione? Non so, la bottiglia non era ghiacciata, non ho visto la brina. Se gli troveranno la droga in corpo, di certo non l’ha voluta lui”. Mentre proseguono le indagini, è stato reso noto che la stessa notte in cui ha perso la vita Lorenzo, i carabinieri hanno arrestato due spacciatori proprio all’interno del Guendalina: il primo, un ventunenne della provincia di Bari, è stato trovato in possesso di ecstasy e di cinque involucri contenenti 1,5 grammi di cocaina. La seconda persona arrestata è un 24enne della provincia di Brindisi, fermato mentre cedeva cocaina a un ragazzo. Al momento sembra però esclusa ogni connessione tra gli arresti e la morte del 19enne.