Certe volte i miracoli capitano anche nella realtà. È successo ad esempio a Novellara in provincia di Reggio Emilia, il 9 agosto: madre e figlia, separate alla nascita di quest’ultima, si sono potute abbracciare dopo più di settant’anni di separazione: 71 anni la figlia, 92 la madre. Quest’ultima nel 1944 lavorava in Germania e da una relazione con un soldato tedesco era rimasta incinta. Appena nata, però, la figlia le è stata tolta e affidata al padre, e alla moglie tedesca, nella cui famiglia è cresciuta con il divieto di cercare notizie della madre naturale e con la menzogna della morte di questa. Ma Margot Bachmann, questo il nome della figlia, non ha mai perduto le speranze di ritrovarla; alla morte del padre, finalmente libera dal divieto, ha ripreso le ricerche e l’ha trovata.
La cosa è stata possibile grazie allo Rfl (Restoring Family Link), un ufficio della Croce rossa italiana, che si occupa del ricongiungimento di familiari e il ritrovamento di persone, e all’Its, un servizio internazionale fondato alla fine della seconda guerra mondiale allo scopo di riunire famiglie separate dal nazismo. Ora le due donne potranno vedersi liberamente e collegare i fili della loro vita con l’aiuto dei tantissimi racconti che certamente hanno da donarsi. La determinazione di Margot, la quale ha affermato di aver iniziato le ricerche spinta dal semplice desiderio di saperne di più, ha reso possibile questo piccolo miracolo, come l’ha definito anche Laura Bastianetto, portavoce della Croce rossa italiana, dove sono più abituati a vedere ricongiungimenti tra fratelli o coetanei, più difficilmente tra genitori e figli, data ormai la lontananza cronologica dalla seconda guerra mondiale, come mostra anche l’età della madre.
Una vicenda del genere fa senz’altro pensare alla vita: chissà che commovente e complessa serie di sentimenti provochi ritrovare la persona più cara al mondo, la mamma, la propria figlia…, dopo settant’anni! La ferita profonda, il trauma del distacco da quella che è carne della propria carne, il vuoto che dura tutta una vita, viene improvvisamente, quasi misteriosamente colmato e sanato. Non dev’essere poi così diverso risorgere anche se ciò avviene, più semplicemente, negli occhi e nell’esistenza di un altro, di una persona amata. Tutto quello che sembrava perduto e vanificato dalla sofferenza e dall’ingiustizia che la vita invariabilmente abbatte su ogni uomo, può essere trasformato in bene, in un nuovo flusso di amore, nel racconto più atteso del mondo.
A volte i miracoli accadono, appunto. La vita, che sembrava finita, riprende. Un tesoro perduto è ritrovato, per fortuna, per grazia, per miracolo inatteso. Auguriamo alle due donne tanti anni di racconti, di ricongiungimenti (immaginiamo numerosi, futuri viaggi e soggiorni a casa dell’una o dell’altra fra Italia e Germania), di abbracci, tutti quelli necessari a colmare almeno un po’ ciò che è mancato. E auguriamo a noi stessi la coscienza di quello che abbiamo e di quelli che, per fortuna, ci stanno ancora a fianco amandoci, senza essere mai venuti a mancare.