L’eccidio allucinante compiuto 71 anni fa a Sant’Anna di Stazzema dalle truppe naziste in ritirata che fucilarono più di 500 civili del luogo, si commemora oggi nel paesino toscano e vengono a galla nuove storie e ricordi dei superstiti di quegli anni. Uno in particolare, intervistato dall’Espresso, tira in ballo una questione decisiva come il rapporto tra queste stragi nella Seconda Guerra Mondiale e la nascita successiva dell’Europa unita. Si tratta di Enrico Pieri, 81 anni, allora ragazzo che vide trucidata l’intera famiglia mentre assisteva impotente nascosto nel sottoscala: per questo signore scampato ad una delle tragedie più efferate della storia italiana la memoria non solo è importante ma è attualissima. Da quando, dopo una vita da emigrato in Svizzera, è tornato a stare in Versilia ogni giorno sale con il suo vecchio Ape a Sant’Anna per andare a trovare i “suoi” e soprattutto per parlare e raccontare la sua testimonianza a migliaia di studenti che ogni anno giungono da ogni parte d’Europa. «Non è facile, a volte le bambine si mettono a piangere. Ma è importante che gli insegnanti lì preparino e li portino qui: in luoghi come Sant’Anna e Auschwitz sono nate la costituzione italiana e come diceva Calamandrei anche quella europea». Secondo questo commosso signore di 80 anni, se in Italia e nel resto del continente, abbiamo avuto 70 anni di pace e benessere lo dobbiamo al sacrificio di tutti quelli che sono morti in quella Guerra orribile. Difficile, molto difficile dargli torto.



71 anni fa Sant’Anna di Stazzema, una delle stragi più gratuite e impressionanti del Novecento italiano: mentre i nazisti battevano in ritirata verso fine della seconda guerra mondiale risalendo l’Italia uccisero trucidando 560 persone nel paesino toscano. Oggi se celebrano le commemorazioni con gli interventi anche del capo dello stato Sergio Mattarella, ma oggi come ogni anno escono allo scoperto documenti e testimonianze che sono sempre le più utili e interessanti per tenere viva la memoria di quanto successo in quei barbari anni quaranta. Spesso si sente parlare di cacciatore di nazisti, di processi capitali e di altre tragedie, ma questa volta parliamo di una “caccia” insolita. Raccolta dall’Espresso, interessante è la testimonianza di un superstite della strage, un bambino di 6 anni in quell’orribile agosto 1945. Il suo nome è Enio Mancini e racconta una storia incredibile: fu rastrellato insieme ad altri dal borgo vicino di Sennari e messo in una colonna affidata ad un giovane soldato tedesco. Quando rimase solo con loro e avendo ricevuto l’ordine di ucciderli tutti, il teutonico li ordinò di fare silenzio e fuggire alla svelta che lui avrebbe sparato in aria, e così fece. Mancini e gli altri sentirono la mitragliata per aria e furono colti da improvvisa emozione per l’insperata liberazione. Il superstite racconta al settimanale italiano che non passa giorno senza pensare a quel nazista buono: «Perché è importante trovare qualcuno che resistito al male quel giorno? Per fare una differenza. Perché la scelta è sempre individuale. Gl ordini non valgono in assoluto, non è obbligato un soldato a obbedire ad ordini illegittimi». Sembra di sentire l’eco delle parole di Anna Arendt sulla banalità del male con questa testimonianza di Enio che ha passato tutta la vita a ricercare quell’tedesco; «Tre anni mi fa ricevo la chiamata del nipote di quel soldato e io gli chiesi perché il nonno non mi chiamò mai e lui mi disse che si vergognava e aveva paura di essere incriminato».



“Le rappresaglie contro i civili in Italia non furono una barbara eccezione, ma il frutto di una ideologia di dominio e di morte, lucida nei suoi propositi, esecrabile nei suoi obiettivi”. Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, in occasione del settantunesimo anniversario della strage nazifascista. “E’ lodevole l’impegno con cui la vostra comunità mantiene vivo il ricordo dei martiri di Sant’Anna – aggiunge il Capo dello Stato – E’ un’eredità preziosa per i giovani, che imparano ad apprezzare le conquiste di pace, democrazia e libertà, ottenute con tanto sangue e tante sofferenze. Quest’anno il ricordo della strage è reso particolarmente significativo dall’inaugurazione della nuova sistemazione dei luoghi simbolo dell’eccidio; sistemazione avvenuta con il contributo del land tedesco del Baden-Württemberg. E’ un evento di grande significato perché collega la memoria degli orrori della guerra con lo spirito di pace, di concordia e di amicizia raggiunto tra Italia e Germania, protagoniste dalla metà del secolo scorso della propria rinascita democratica e della costruzione europea”. Mattarella conclude inviando alla popolazione di Sant’Anna, ai familiari delle vittime, a tutti i partecipanti alla commemorazione “il mio sentito e commosso saluto”.



Ricorre oggi il 71esimo anniversario dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema compiuto il 12 agosto del 1944 dalle truppe naziste in ritirata. 560 le persone trucidate, tra le quali 130 bambini ma anche donne e anziani. Non si trattò di una rappresaglia, ma di un vero e proprio crimine contro l’umanità con l’obiettivo di annientare la popolazione e rompere i collegamenti con le formazioni partigiane della zona. Il processo, svoltosi al Tribunale militare di La Spezia, si è concluso nel 2005 con la condanna all’ergastolo per dieci nazisti delle SS colpevoli del massacro, sentenza poi confermata in appello nel 2006 e ratificata in Cassazione l’anno successivo. Sul sito del comune di Stazzema, in provincia di Lucca, si legge che durante le celebrazioni verrà ricordato anche il genocidio del Popolo Armeno di 100 anni fa e si svolgerà una grande Mostra Internazionale di disegni sulla pace di 56 Paesi nel mondo. Presente alla commemorazione anche il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani, insieme al sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, che è anche presidente del comitato onoranze dei martiri di Sant’Anna. “Ci siamo aperti al mondo attraverso un lavoro a livello internazionale che ha consentito di diffondere la conoscenza dei tragici avvenimenti del 12 agosto 1944, le memorie dei superstiti e dei familiari delle vittime – ha detto il primo cittadino – Nella strage di Sant’Anna furono uccisi 560 innocenti: fu una strage contro i civili ed oggi assurge a simbolo di tutte le stragi con la finalità di sensibilizzare l’opinione pubblica e trasmettere i valori di pace, con la consapevolezza della nostra storia”.