Tra i santi celebrati dalla chiesa cattolica il 14 agosto, spicca in modo particolare la figura di Sant’Arnolfo. Nato nel Brabante nel 1040, a Tydenghen, da Fulbertus, un discendente diretto dei signori di Pamele e Oudenaarde, la sua infanzia trascorse senza particolari scossoni, accudito amorevolmente dai genitori. Il padre, in particolare, avrebbe desiderato dargli una istruzione, ma poi convinto dai parenti lo lasciò libero di intraprendere in giovane età una carriera militare che lo avrebbe portato a combattere nell’esercito francese. Già in questo periodo, però, mise in evidenza doti umane e caritatevoli molto rilevanti, che lo spinsero non solo a recarsi appena poteva in chiesa, ma anche a sostenere persone indigenti e a trattare con grande umanità coloro che lavoravano nelle terre di famiglia, sino ad assumerne in alcuni frangenti la difesa in aspre contese con altri signorotti locali.
Soltanto in seguito decise di mutare completamente il segno della propria esistenza, entrando in un monastero sito presso Soissons, a San Medardo. Nella struttura si dedicò ad una esistenza appartata, optando poi per l’eremitaggio, all’interno di una cella di piccole dimensioni, in cui alle preghiere e alla penitenza affiancò rapporti sociali praticamente minimi. La sua tempra viene notata dall’abate Renoult e dalla sua cerchia di consiglieri, che decisero di destinarlo ad un compito molto delicato, quello della divisione delle elemosine tra i poveri che si rivolgevano al monastero. Proprio il suo stile di vita spinse la cittadinanza di Soissons ad offrirgli di diventare vescovo, decisione assunta nel corso di un sinodo straordinario tenuto nel 1081. Un sinodo tenuto per cercare di porre rimedio allo scandalo provocato dall’uomo che aveva abusivamente preso il posto di Renoult, un certo Pons, facendosi presto notare per uno stile di vita estremamente lontano dall’austerità necessaria.
Quando furono addirittura venduti i beni dell’abbazia, per finanziare il lusso che ne era ormai diventato una consuetudine, alcune famiglie influenti di Soissons cominciarono ad esercitare la loro influenza sul vescovo, il quale procedette a rimettere a posto le cose, offrendo la carica ad Arnolfo. Questi cercò inizialmente di resistere, tanto da scappare terrorizzato dall’incombenza cui reputava di non essere pronto, ma la sua ritrosia convinse ancora di più la cittadinanza della bontà della scelta. Costretto ad accettare, dimostrò un insolito attivismo, anche se fu poi sostituito di nuovo illegittimamente da Pons, il quale per riuscire nell’impresa aveva mosso le pedine di cui poteva disporre presso la corte reale. Un evento che comunque gli consentì di dimettersi e di tornare ad una vita più appartata, quella che in fondo aveva sempre sentito come la più adatta a lui. La sua presenza ebbe però l’effetto di spingere un gran numero di persone di ogni ceto sociale a indicarlo come propria guida spirituale, destando sconcerto e fastidio non solo in Pons, ma anche negli ambienti di corte a lui favorevoli.
La sua fama si diffuse in gran parte nelle Fiandre, tanto che più di una diocesi lo richiedeva come proprio vescovo, senza però spingerlo ad accettare, in quanto il suo sogno era quello di potersi dedicare ad una vita spirituale non corrotta da alcuna forma di mondanità.Più tardi riuscì a fondare un altro monastero, situato stavolta presso Oudenbourg, ove si dedicò alla produzione di una birra che ben presto iniziò a diffondersi presso la popolazione, nonostante il suo parere contrario, soprattutto perché il processo di bollitura cui usava sottoporla nel corso della fermentazione riusciva a liberarla dagli agenti patogeni che invece caratterizzava le altre bevande dello stesso tipo, seminando spesso malattie. Proprio a Oudenbourg, Arnolfo avrebbe infine trovato la morte nel 1087.
In base ad alcune narrazioni poi tramandate, sembra che nel 1120, nel corso di un concilio svoltosi a Beauvais, sotto la guida del vescovo della diocesi di Noyon-Tourna, Lamberto, il nuovo vescovo di Soissons abbia proceduto alla presentazione di una opera incentrata sulla vita di Arnolfo, chiedendo allo stesso tempo di poter trasferire presso la chiesa locale i suoi resti terreni. Inoltre furono posti sotto esame, con tanto di approvazione finale, i tanti miracoli che avevano avuto luogo presso la sua tomba. La richiesta di Lamberto fu motivata dal fatto che nel caso i resti di Arnolfo fossero venuti a trovarsi nel territorio diocesano di Soissons, avrebbero lasciato già da molto tempo il cimitero. In effetti la richiesta fu accolta e nel 1121, il suo corpo e le reliquie vennero trasferite all’interno della chiesa abbaziale di Oudenbourg. Un atto molto importante, in quanto all’epoca corrispondeva alla vera e propria canonizzazione.
La memoria liturgica di Sant’Arnolfo di Soissons ricorre il 14 agosto e il santo viene considerato in qualità di speciale protettore dei birrai e dei produttori di birra cui, tributo dovuto proprio in virtù della sua produzione in tal senso.