San Rocco è uno dei santi più amati e venerati dell’intero calendario liturgico cristiano, ma anche, paradossalmente, quello sul quale si possiedono il minor numero di informazioni certe, a partire dalle date della sua nascita e della sua morte. Infatti, secondo le agiografie che iniziarono a circolare fin da subito, dopo la sua morte (poiché spirò già in odor di santità), egli sarebbe vissuto tra il 1295 e il 1327; in realtà è più realistica una datazione più tarda, tra il 1350 e il 1376 circa. Quel che è certo è che visse nel XIV secolo, quando in Europa imperversavano molte terribili pestilenze; e che il giorno della sua morte, che è anche quello in cui ricorre la memoria del suo nome, è il 16 agosto.
San Rocco è ricordato principalmente in quanto pellegrino e taumaturgo: trascorse quasi tutta la sua breve e travagliata vita (quando morì non doveva avere che poco più di trent’anni) peregrinando da un luogo all’altro, spostandosi dalla città natale, Montpellier, fino in Italia, a Roma, e ritorno. Il suo pellegrinaggio, però, non era attraverso i luoghi di culto, ma attraverso la gente. Rocco andava dove le persone soffrivano, per guarirle, consolarle, e portare la luce di Dio. Quando nacque, Rocco fu accolto come un dono: i suoi genitori erano molto anziani e disperavano di poter avere un erede. La madre di san Rocco lo educò alla pietà di Dio, e in particolar modo alla devozione della Madonna, a cui egli dedicò il suo cuore. Non a caso il piccolo era nato con una voglia a forma di croce, di colore rosso, sul petto: il simbolo di una vita di sofferenze che avrebbe dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Quando i suoi genitori morirono e il ragazzo rimase solo, decise di intraprendere la dura vita del viandante.
Il suo fisico era fragile, ma la sua anima era forte: quando incontrava epidemie di pestilenza, non si tirava indietro nè cambiava strada, ma anzi, andava in mezzo agli ammorbati, e il suo tocco ridonava loro la salute. Uno degli episodi più notevoli che si raccontano di questo periodo riguardano la cittadina di Acquapendente, dove un angelo apparve a San Rocco invitandolo a provare i suoi poteri di taumaturgo, e la città fu liberata dalla pestilenza. In seguito, il giovane continuò il suo cammino di fede fino a Roma; poi decise di tornare a casa, dove però non giunse mai più. Infatti, sul ritorno, san Rocco contrasse a sua volta la peste: si trovava a Piacenza, e decise di isolarsi per non rischiare di contagiare altre persone.
Si rifugiò in una grotta lungo il fiume Trebbia, che oggi è diventata un luogo di culto. Qui sarebbe morto di fame, se un cane non fosse andato ogni giorno da lui a portargli un po’ di pane sottratto alla tavola del suo padrone. San Rocco non solo così sopravvisse e guarì, ma fu trovato dal padrone del cane, un ricco signore che decise di spogliarsi dei suoi averi, colpito dall’esempio, dalle parole e dalla luce emanata da quel giovane che aveva incontrato. Rocco riprese il cammino verso nord, circondato da fedeli che decidevano di seguire il suo esempio, curando persone e animali. Giunse così a Voghera, dove venne scambiato per una spia e arrestato.
Il giovane non volle mai discolparsi, sostenendo di essere l’ultimo dei peccatori, peggiore di una spia. Accettò serenamente gli anni di duro carcere, anche se l’opinione pubblica iniziava a sollevarsi in suo favore. Correva voce che un giovane santo fosse stato ingiustamente imprigionato, e si parlava di eventi miracolosi: quando però andarono da San Rocco per liberarlo egli era già volato alla casa del Padre. Il suo fisico già tanto provato non aveva retto oltre: ma al suo fianco si trovava una tavoletta in cui diceva di aver ricevuto da Dio la grazia di poter essere il patrono degli ammalati, e di poter essere da loro invocato. Grazie alla voglia sul petto, ne fu riconosciuta l’identità: e nel cuore della gente, fu subito santo.
Le reliquie di san Rocco restarono a Voghera, ma alcune parti furono poi traslate in varie parti d’Italia: ad esempio, a Venezia, dove il santo è co patrono, si trovano parte delle ossa di un suo braccio. La venerazione che san Rocco suscita ancora oggi in moltissime città italiane e francesi: viene festeggiato con particolare solennità a Montpellier, dove è custodito il suo bastone, e in Italia praticamente in ogni regione. A san Rocco vengono dedicate processioni e feste, e ancora oggi è invocato a protezione di molte malattie, non solo la peste, ma anche l’AIDS.
La sua iconografia lo vede raffigurato con vesti e bastone da pellegrino, con la croce sul cuore, e un cane ai suoi piedi. Il giorno 16 agosto il calendario del martirologio cristiano ricorda anche santo Stefano di Ungheria, sant’Ugolina di Vercelli, santa Serena di Roma.