Matteo Salvini si dichiara sconcertato e parla di divieto. In realtà la preghiera dell’alpino non è stata vietata, ma modificata. E’ successo lo scorso Ferragosto quando durante la celebrazione liturgica al passo San Boldo il sacerdote ha chiesto agli alpini presenti di modificare la loro famosa preghiera. Invece di «Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana» ha fatto togliere la parola armi e invece di contro ha fatto mettere di fronte. Questo, ha spiegato, per eliminare i contenuti più militari e bellici in un testo che è una preghiera religiosa. Ma Salvini e molti altri parlano oggi di censura: gli stessi alpini in chiesa si sono rifiutati di leggere la nuova versione e hanno recitato il testo originale fuori della chiesa in modo polemico. «Ci dispiace, perché si tratta di una strumentalizzazione nella stessa preghiera si dice che le nostre armi sono fede e amore. Chi vuole polemizzare per una interpretazione rigida lo faccia pure, noi non cambiamo una virgola» ha detto il presidente nazionale dell’Associazione Alpini, il trevigiano Sebastiano Favero. Per Salvini «Gli Alpini hanno giustamente protestato. Sono sempre più sconcertato da certi vescovi».