La sentenza del Tribunale internazionale di Amburgo, l’Itlos, sulla vicenda dei Marò ha diviso e suscitato polemiche non solo in Italia, ma anche in India. I media e i politici indiani, infatti, si sono divisi tra chi ha letto la sentenza come una vittoria dell’India, dal momento che le richieste fatte dall’Italia sono rimaste disattese e chi invece è rimasto profondamente deluso. L’India, infatti ,sostiene che a dover decidere di quello che sostengono essere un omicidio di due cittadini indiani dovrebbe essere solo la giustizia indiana e che il caso non dovrebbe rientrare fra quelli previsti dalla Convenzione Unclos. La decisione presa ad Amburgo di rimandare tutto al Tribunale dell’Aja significa, quindi, che la Corte Suprema dell’India non potrà approfondire il caso. L’emittente indiana Ndtv, inoltre, ha riferito che le conseguenze del “caso marò” ha danneggiato condannandolo al fallimento, il vertice previsto fra India e Unione Europea, durante il viaggio dello scorso aprile di Francia e Germania.
La non-sentenza del Tribunale di Amburgo sulla questione marò, ha lasciato l’amaro in bocca a tanti, prima di tutto alle famiglie dei diretti interessati: Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due soldati che dal 2012 aspettano di sapere quale sarà la loro sorte per l’uccisione di due pescatori indiani, ma soprattutto chi dovrà decidere sull’incidente tra India e un Tribunale Internazionale. Qualche ora dopo la lettura della sentenza da parte del giudice che ha presieduto la corte, Vladimir Golitsyn, il padre di Salvatore Girone ha espresso la propria delusione per il fatto che il Tribunale non si è espresso sulla richiesta dell’Italia di far rientrare anche Girone, il militare infatti è ancora rinchiuso in India in attesa di giudizio. Il padre, Michele, ha raccontato che tutti i parenti sono rimasti profondamente sconvolti e non hanno preso bene la sentenza, ma la famiglia, nonostante la rabbia, non smette di sperare in buone notizie, ha anche aggiunto di non aver ancora sentito il figlio.
La sentenza del Tribunale di Amburgo di questa mattina, ha già scatenato un forte dibattito in Italia, dentro e fuori dal Governo. Dopo le dichiarazioni del ministro Gentiloni che ha letto la sentenza in modo positivo, definendola un risultato utile, pur continuando a voler lavorare perché a Latorre e Girone venga garantita la libertà, è intervenuto un altro esponente del Governo, Delrio, ministro delle Infrastrutture, che esprime la profonda delusione per un verdetto che non risponde alle richieste fatte dall’Italia, ma che anzi va nella direzione opposta. La mancanza di una decisione da parte di Amburgo aumenta la preoccupazione per le situazioni personali dei due marò, ad esempio, il giudice del Tribunale del Mare scelto dall’Italia, Francesco Francioni, si trova d’accordo con quanto stabilito ad Amburgo ma si chiede come possano essere efficaci le misure temporanee, se nel frattempo non vengono revocate quelle che limitano la libertà individuale dei due militari. La sentenza di oggi è anche occasione per criticare duramente l’operato negli ultimi tre anni dell’Itali: il blog di Beppe Grillo, ad esempio, si augura che l’Italia ammetta le proprie colpe e responsabilità, invece di agire con prepotenza come se fosse uno Stato imperialista, la cui fama, di chi vuole violare i patti, la precede. Non ci va leggero neanche Renato Brunetta che ricorda come dal 2012 a oggi, non si sia azzeccata una mossa, qualsiasi governo che si è avvicendato ha sbagliato quasi tutto.
L’impasse tra India e Italia sulla questione marò non è stato sbloccato dalla sentenza del Tribunale di Amburgo di stamattina. I giudici hanno infatti stabilito di non voler inficiare future sentenze e decisioni del tribunale dell’Aja, stabilendo provvedimenti provvisori riguardanti le richieste avanzate dal governo italiano. Dopo la deludente notizia, però, la delegazione italiana ha subito richiesto un incontro per le 14 con la delegazione indiana per velocizzare le procedure che dovrebbero dar vita al tribunale arbitrale chiamato a dirimere la questione. Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, ha dichiarato che la sentenza è, però, un risultato utile dal momento che ha stabilito definitivamente, che: “non sarà la giustizia indiana a gestire la vicenda dei Marò” confermando quanto chiesto dall’Italia e cioè che a decidere sul caso di Latorre e Girono sia l’arbitrato internazionale. Purtroppo l’attesa per la decisione del Tribunale dell’Aja potrebbe durare mesi e forse anche qualche anno, tempo che Salvatore Girone e Massimilano Latorre dovranno passare in India, in realtà solo il primo è ancora in stato d’arresto in India, Latorre, infatti, ha avuto il permesso di rientrare in Italia per curarsi, ma solo temporaneamente, dovrà rientrare non appena le sue condizioni di salute glielo permetteranno. Ricordiamo che la sentenza di oggi non aveva come oggetto la colpevolezza o meno dei due militari italiani, ma solo e semplicemente la giurisdizione del caso.
Il Tribunale di Amburgo ha emesso la sentenza, sulle richieste di Italia per la giurisdizione sul caso dei Marò, respingendo le richieste dell’Italia che aveva chiesto di far rientrare Girone dall’India e far rimanere Latorre in Italia. Il Tribunale internazionale del ha stabilito che i due Paesi interrompano ogni procedura giudiziaria e le dispute in corso, ha inoltre chiarito che non verrà disposta nessuna decisione temporanea, in attesa che arrivi la sentenza del Trobunale dell’Aja che ha la competenza sulla disputa. Entro il 28 settembre il Governo di Roma e quello di New Delhi devono presentare un rapporto sull’ottemperanza delle misure previste. Nella sentenza i giudici hanno anche voluto specificare, che quanto stabilito non deve essere interpretato come a favore di una delle due parti coinvolte, ma che si vuole preservare i diritti di entrambe, nonostante si sia consapevoli del dolore di chi è coinvolto e delle famiglie dei militari e delle vittime dell’incidente. Per il momento i famigliari di Latorre e Girone sono strette nel loro riserbo e non hanno fatto nessuna dichiarazione a riguardo.
È arrivata la sentenza da Amburgo, il Tribunale internazionale del mare per il caso dei Marò: delusa l’Italia, di fatto, il Tribunale non prenderà alcuna decisione per quanto riguarda la giurisdizione sul caso, prima che intervenga il Tribunale dell’Aja, in modo da non compromettere il verdetto di quest’ultimo. Nel frattempo Italia e India devono interrompere qualsiasi procedura in corso. La sentenza letta dal giudice che presiede la corte, Vladimir Golitsyn, è stata molto lunga e complicata e ha diviso i giudici coinvolti: 15 voti a favore, incluso quello del Presidente, e 6 contro, ma di fatto ha rimandato la decisione finale, mettendo tutto nelle mani del Tribunale Internazionale dell’Aja, che però potrebbe anche arrivare a una decisione dopo anni. Salvatore Girone e Massimilano Latorre, quindi, dovranno ancora aspettare per conoscere il proprio destino. Dei due militari italiani, però, solo Girone al momento è recluso in India e ancora non potrà rientrare, Latorre infatti è tornato in Italia per potersi curare per i gravi problemi di salute ma potrebbe dover rientrare una volta ristabilito.
Oggi, per il Caso dei Marò, dovrebbe arrivare la sentenza del tribunale internazionale del Diritto del mare di Amburgo sui due fucilieri della Marina Italiana, detenuti in India per l’incidente che ha portato alla morte di due pescatori Indiani. Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono in attesa di questa decisione da ormai più di tre anni e sono al centro di una contesa internazionale tra Italia e India. quando nel 2012 al largo del Kerala vennero colpiti a morte accidentalmente due pescatori indiani. I due marò, nonostante il tutto fosse avvenuto in acque internazionali, vennero fatti scendere dalla nave militare sulla quale si trovavano per essere arrestati dal Governo Indiano. Nel frattempo l’Italia ha più volte chiesto il rientro dei militari Italiani e che a decidere del caso fosse il tribunale internazionale, richieste che l’India ha sempre rispedito al mittente accusando anche l’Italia di malafede. Al momento, però, solo Girone è ancora in carcere in India, Latorre per gravi problemi di salute ha avuto il permesso di rientrare in Italia per essere accusato. Oggi, verso le 11, il tribunale di Amburgo dovrebbe emettere il verderro e decidere sulla giurisdizione del caso, se sia Roma o Nuova Delhi. L’India sostiente che l’incidente sia avvenuto in acque indiane (rifacendosi alla definizione di acqua contigue) e abbia coinvolto vittime indiane, il Governo Italiano controbatte sostenendo che la vicenda sia avvenuta in acque internazionali e interessi due militari in servizio per il Governo Italiano e su una nave che batteva bandiera italiana, l’Enrica Lexie. Per il momento, lo ricordiamo, il dibattimento non sta ancora vertendo sull’eventuale colpevolezza o meno di omicidio dei due marò. Al tribunale di Amburgo la decisione se accettare o respingere, parzialmente o completamente, le richieste fatte dal Governo Italiano in merito alla giurisdizione sul caso, qualsiasi sia la decisione, entrambi i Governi sono tenuti al rispetto della sentenza, anche se l’India ha già dichiarato di non riconoscere l’autorità in questo campo del tribunale di Amburgo.