Il 25 agosto, la Chiesa cattolica celebra anche San Giuseppe Calasanzio tra gli altri. Nato in Spagna, precisamente a Peralta del Sal, il 31 luglio del 1558, Josè de Calasanz, questo il suo vero nome, divenne prete nel 1583, dopo aver condotto lunghi studi resi possibili dai facoltosi genitori. La grande fiducia riposta in lui dalle gerarchie ecclesiastiche iberiche, frutto delle sue doti umane, lo portò nel 1592 ad una nuova e importante missione, quella di raggiungere Roma, per svolgere alcune pratiche e rafforzare i contatti con la Santa Sede. Arrivato nella capitale, fu immediatamente colpito dall’estrema povertà delle classi popolari cittadine, costrette all’indigenza. Proprio per questo, diventato ormai Giuseppe Calasanzio, decise di attivarsi per cercare perlomeno di mitigare queste condizioni, dedicandosi in particolare alla gioventù, la più esposta alle lusinghe della criminalità, considerato l’unico antidoto alla miseria. Dopo il Concilio di Trento, anche Roma aveva visto la nascita di una lunga serie di scuole di catechismo, con le confraternite in concorrenza tra loro per proporre un’alternativa a chi altrimenti sarebbe stato condannato alla strada. Giuseppe Calasanzio optò però per un approccio del tutto nuovo, unendo il catechismo allo studio delle scienze umane, dando vita ad un modello educativo basato sulla progressività degli studi, con classi diverse e programmi sempre più rifiniti. Un progetto che non era stato ideato da lui, bensì all’interno della parrocchia di Santa Dorotea, a Trastevere, ma messo in pratica grazie al suo impulso, il primo prototipo di una scuola popolare europea. Il primo grande problema da risolvere in questa costruzione, fu quello degli insegnanti. Proprio per cercare di ovviare alla loro mancanza, nel 1617 fondò in accordo con Paolo V la “Congregazione Paolina dei Poveri della Madre di Dio delle Scuole Pie”. Si trattava di quei Padri Scolopi che avrebbero poi avuto grande diffusione, sino a insediarsi in venti paesi nel corso del ventesimo secolo. Gli Scolopi furono costituiti in ordine nel 1622, da Gregorio XV, e da questo momento il loro ruolo sarà talmente importante da provocare più di qualche gelosia all’interno della stessa Chiesa. Il clima intorno ad essi e alle loro scuole si deteriorò in maniera sempre più preoccupante, soprattutto dopo le dure accuse mosse da Paolo Ottonelli. Lui stesso, in un secondo momento tornò indietro sino a chiedere scusa a Giuseppe Calasanzio, ma ormai il processo era stato messo in moto. Anche il fondatore fu vittima di questo gioco al massacro al quale parteciparono non pochi confratelli. Fu infatti accusato di avere un atteggiamento dispotico, di non praticare un regime di vita all’insegna della rinuncia e di privilegiare alcune persone a discapito di altre. I detrattori dell’ordine ebbero perciò buon gioco a mettere a frutto alcune mancanze e lacune effettive degli Scolopi per colpirli duramente. Il colpo finale fu un’ispezione compiuta da monsignor Antonio Seneca a San Pantaleo, il cui risultato fu comunicato soltanto a tre anni di distanza, con un iter quindi abbastanza stravagante, provocando risultati rovinosi per gli Scolopi. L’ordine fu infatti declassato a semplice Congregazione senza voti, decretandone un immeritato declino. Abbandonato da molti, Giuseppe Calasanzio non perse però mai la fiducia nella sua creatura, affermando che prima o poi essa sarebbe risorta dalle sue ceneri, come in effetti avvenne. La sua morte arrivò all’età di novant’anni, sempre a Roma e furono proprio quelli che ormai erano diventati suoi concittadini a testimoniare il suo operato terreno e il suo lascito morale, chiedendone a gran voce la canonizzazione. Un processo concluso nel 1767 da Clemente XIII, quando già ormai da circa un secolo il suo ordine era riuscito a tornare in vita. Infine, nel 1948 sarà Pio XII a proclamarlo Patrono delle scuole popolari di ogni parte del globo. Oltre a lui, il 25 agosto vede la celebrazione, tra gli altri, di San Ludovico, Sant’Aredio di Limoges, Santa Erminia, Sant’Eusebio di Roma, San Geronzio, Santa Patrizia di Costantinopoli, San Pellegrino e San Tommaso Cantelupe.