Il carisma s’incarna sempre nella storia e la storia è una caverna dove si odono grida e lamenti e laggiù, nel profondo di essa, arde una luce che è la presenza di Dio. Ma come ci insegna Pascal, Dio si nasconde. Nella caverna pascaliana agiamo con le nostre opere ed esse sono sempre imperfette, sempre al di sotto dell’aspettativa che il nostro dover essere ci pone dinnanzi come ideale di perfezione. E ogni volta che dalle opere traiamo solidarietà e comunità, sappiamo sempre che non esiste perfetta comunità e che l’incontro con l’altro nelle opere avviene nella vita, nella vita sociale e in tutte le sue imperfezioni.
Ogni giorno essere fedeli alla Misericordia e alla chiamata è una sfida. Ancor più grande quando ci si confronta con il denaro e il potere. Strumenti potenti di liberazione e di vittoria della carità se sono usati secondo i precetti evangelici, ma altresì e sempre potenziali strumenti di perdizione e di sofferenza inflitta al cuore profondo dell’Umano se quei precetti si offuscano.
E’ questo volto del denaro e del potere che l’amico parlamentare che siede nei banchi dei 5Stelle, Mattia Fantinati, ha definito come una sorta di liquido amniotico in cui Comunione e liberazione vive e ha vissuto.
La caverna per lui sarebbe senza luce e anche il carisma di due grandi educatori e testimoni di un cattolicesimo intatto e puro come don Giussani e don Carrón son caduti sotto i suoi strali.
Le grida e i lamenti della caverna debbono essere stati così forti nella sua anima — certo ispirata a ideali di giustizia e di amore per gli ultimi — che il nostro amico ha scambiato l’ascolto, la partecipazione, la vicinanza istituzionale con il potere (che un grande movimento come Cl deve necessariamente praticare per poter essere testimonianza e per trovare strumenti per incidere nella e per la trasformazione del mondo) con, invece, una sorta di colpevole commistione con il volto e i volti oscuri di quel potere e di quel denaro.
Ma la caverna la si attraversa e ci si può sporcare; ma coloro che l’attraversano con me e come me possono uscirne puri e limpidi nella fede e nell’operare molto più di quanto io, povero peccatore, posso fare ogni giorno.
Dalla sofferenza per l’ingiustizia e il male del mondo può sorgere un manicheismo, una sorta di indistinta accusa contro tutto ciò che è diuturna costruzione di un rapporto con l’essere che deve giungere alla costruzione delle opere… opere che trasformano lo sterco del denaro e del potere in manna salvifica, se sono dirette al bene comune.
Questo è l’insegnamento di Giussani e di Carrón, questo è il senso diuturno che anima i miei cari amici di Cl.
Non sono mai andato d’accordo con loro allorché guardavo alle loro scelte politiche prevalenti. Ma anch’esse erano frutto di una terribile storia italiana e mondiale che soprattutto nella povera Italia aveva lasciato ferite profonde e terribili. Ma anche se mi apparisse di esser meno distante sul piano politico dalle loro sempre libere scelte, non mi parrebbe di amarli né di meno né di più, perché li amo per il gesto sempre presente che mi hanno offerto di amore e di pace nella gratuità di un’esperienza spirituale che mi ha arricchito come credente e che non voglio che si disperda mai.
Continuerò a non condividere scelte politiche di persone che sento come fratelli? E’ possibile, ma ciò non mi farà velo, quando assieme dovremo costruire ancora una volta quel futuro di comunità operosa e salvifica che guarda alla storia con fiducia: che guarda all’operare dell’uomo con speranza e che non sarà mai offuscata nè dalla classe sociale a cui apparteniamo, né dal partito in cui militiamo, né dall’attesa che giunga la chiamata con serena partecipazione alla vita per i giovani e alla fede in un modo diverso dalla vera e propria militanza in Cl, come a me accade da ormai molto tempo.
Sono certo che conquisteremo l’amicizia di quell’amico, perché la speranza del bene è immensa ed è la forza vera dell’uomo che crede con coraggio e perseveranza.