Dopo il plauso di Renzi, anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha telefonato questo pomeriggio al Procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi per congratularsi con lui “per il duro colpo inflitto alle attività di Cosa Nostra e in particolare a quelle del boss latitante Messina Denaro”. Lo fa sapere il ministero della Giustizia in una nota, aggiungendo che lo stesso Orlando ha chiesto al procuratore Lo Voi di ringraziare personalmente i sostituti procuratori impegnati nella vicenda e le forze di polizia giudiziaria che hanno eseguito gli arresti. Commentando l’inchiesta sui favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro, proprio il procuratore Lo Voi ha spiegato che gli 11 arrestati “non sono semplici tramiti con il capomafia, ma ricoprivano ruoli di vertice nelle cosche trapanesi”.



Le Forze dell’Ordine mettono a segno un duro colpo alle cosche mafiosi, con l’arresto di undici affiliati del boss latitante Matteo Messina Denaro. Denaro che tuttavia continua ad essere libero nonostante sul proprio capo verta una condanna all’ergastolo da ben 22 anni per via delle stragi messe in atto nell’anno 1993. L’operazione delle squadre mobili di Trapani e Palermo messa in atto in collaborazione con i Ros, raccoglie il plauso da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che da Facebook scrive: “Sono grato ad investigatori, forze dell’ordine e a tutti i rappresentanti dello Stato per il colpo inferto all’organizzazione mafiosa… Grazie a nome del Governo. E avanti tutta per andare finalmente a catturare anche il boss superlatitante. L’Italia c’è, tutta insieme a tutta unita contro la criminalità”.



-Il procuratore di Palermo, Teresa Principato, interviene, in un’intervista, sul super latitante Matteo Messina Denaro. Secondo il magistrato, Messina Denaro gode di una notevole rete di protezioni, non solo famigliari, ma di altissimo livello anche al di fuori del Paese, che gli permetterebbero di spostarsi liberamente all’interno della Sicilia, dell’Italia e addirittura di recarsi all’estero impunemente nonostante le autorità controllino il territorio, sorvegliandolo e conducendo operazioni da anni. Nonostante gli sforzi, infatti, Matteo Messina Denaro, non è ancora stato arrestato e questo, secondo la Principato, è un chiaro indizio degli appoggi importanti di cui gode il latitante, che lei definisce un parassita che usufruisce dei soldi messigli a disposizione dalla famiglia e dal clan.



Son ben undici gli affiliati di Matteo Messina Denaro arrestati questa notte dai poliziotti delle Squadre Mobili di Trapani, Palermo, da agenti dello Sco e dai carabinieri del Ros. L’operazione, scattata nella notte, è stata denominata “Ermes”. Le persone arrestate si sono occupate negli ultimi anni, più precisamente tra il 2011 e il febbraio 2014, dello smistamento dei pizzini da e per il super latitante e capo della mafia trapanese. Si stringe quindi il cerchio attorno al “fantasma di Castelvetrano”, il 53enne ricercato dal 1992. I filmati in cui questi personaggi “smistano” i pizzini, confermano i contatti tra Messina Denaro e la sua organizzazione. L’ultimo degli intermediari è un vecchio capo mafia, il mazarese 77enne Vito Gondola. La “vecchia mafia” starebbe quindi aiutando il boss, che non sembra avere la stessa presa sui giovani.