Il 5 agosto la chiesa cattolica venera Sant’Emidio di Ascoli, vescovo e martire. Emidio venne alla luce a Treviri, città germanica nella zona della Renania-Palatinato, nel 273 da una famiglia pagana. Durante la sua giovinezza conobbe la miseria e, secondo fonti agiografiche, si ipotizzò che Emidio si sia dedicato alle arti liberali, ovvero agli studi impartiti dai clerici prima di passare agli studi universitari, oppure sia entrato a far parte della forza militare romana. Non si conosce esattamente la data della sua conversione al cattolicesimo, la si ipotizza intorno al 290, ma si sa per certo che scaturì dalla predicazione dei Santi Celso e Nazario.
Proprio per questo, decise di diventare catecumeno con la finalità di ottenere il sacramento del battesimo. Successivamente, si applicò tenacemente allo studio delle Sacre Scritture. Dopo una serie di contrasti con la famiglia che cercò in tutti i modi, senza riuscirvi, di convincerlo a non abbandonare la religione pagana, Emidio partì alla volta dell’Italia accompagnato da Euplocleri, Germano e Valentino, tre suoi fedeli amici. Fu consacrato sacerdote dal Vescovo Materno, forse nel 296, nella città di Milano. Rimase per tre anni presso l’oratorio di San Lazzaro dove svolse la funzione di predicatore e dove riuscì a convertire molti dei suoi uditori. Secondo fonti agiografiche, sembrerebbe che Emidio scatenò le ire dei pagani tanto da venir catturato e portato davanti al tempio di Giove.
Qui il sacerdote confermò solennemente la sua fede cristiana, al temine della quale si verificò un terribile terremoto che terrorizzò le sue guardie. Lasciò il capoluogo lombardo, durante la persecuzione di Diocleziano, per rifugiarsi a Roma presso un ipotetico Graziano di cui non si hanno notizie. Durante la sua permanenza romana gli vennero attribuite miracolose guarigioni tanto da venir considerato, dai pagani, la reincarnazione di Asclepio o Esculapio, ossia il deo greco esperto di medicina e di risanamenti. Venne scortato davanti al tempio di Esculapio, sull’isola Tibertina, nella convinzione di ricondurlo al paganesimo.
Qui però, il sacerdote riconfermò la sua fede gettando nel fiume Tevere l’ara pagana dopo averla rotta. Papa Marcellino o forse, secondo alcune fonti, Papa Marcellino I, venuto a conoscenza delle doti di Emidio, lo ordinò vescovo di Ascoli ed Euplo diacono, conferendogli l’incarico di divulgare la religione cattolica nella città di Piceno che risultava, quasi completamente, dedita al paganesimo. Arrivò, forse intorno al 300, ad Ascoli Piceno, dopo aver evangelizzato durante il tragitto Teramo, l’Aquila e Pitino. Il governatore di Ascoli, Polimio, acerrimo nemico dei cristiani, ordinò ad Emidio di rinunciare alla sua missione di divulgazione del cristianesimo. Il sacerdote ignorò l’imposizione ed imperterrito continuò a fare miracoli ed a convertire il popolo. Polimio, nella speranza di dissuaderlo, gli propose sua figlia Polisia in matrimonio. Il Santo non solo rifiutò l’offerta ma riuscì anche a convertire la giovane al cristianesimo battezzandola sul fiume Tronto.
Non appena il Prefetto venne a conoscenza dell’accaduto ordinò l’arresto del Santo e lo condannò alla morte. All’atto della decapitazione, nel 309, il vescovo fece un miracolo, invece di cadere morto si alzò e dopo aver raccolto la sua testa si avviò verso il monte dove aveva fondato un oratorio e qui vi espirò. I fedeli, il 5 agosto 309, lo seppellirono nella grotta scavata sotto l’oratorio. La figlia del Prefetto, Polisia, cercò rifugio sul monte Ascenscione dove morì cadendo in una voragine. Su questo luogo venne poi fondato il Comune di Polesio. Nello stesso periodo i fedeli cristiani assaltarono e rasero al suolo il palazzo del governatore Polimio. Le Marche, nel 1703, furono devastate da un terribile terremoto che però non intaccò la città di Ascoli.
Il fatto fu interpretato come un miracolo di Sant’Emidio, per cui lo si elesse protettore della città e dai terremoti. Nel 1717, la città di Ascoli per ringraziarlo della sua protezione gli eresse una chiesa all’interno della quella vi è la grotta della sua sepoltura. Attualmente, i suoi resti sono conservati nella cripta, denominata di Sant’Emidio, presente nei sotterranei del Duomo di Ascoli Piceno. Il significato etimologico del nome Emidio, di derivazione latina o forse latinizzata da un termine greco, è quello di semidio, mezzo Dio. Il santo viene raffigurato in diversi modi ovvero con vesti episcopali, con la palma, con il bastone pastorale, con un libro oppure in posizione di appoggio a sostegno di una parete o di un muro in fase di crollo.
Le feste e le sagre in onore di questo santo sono numerose tra queste emergono quelle organizzate dalle città di cui è patrono ovvero Ascoli Piceno, Leporano e Fabriano quelle di cui è capopatrone come Castel Bolognese, Perugia, Recanati, Macerata, eccetera e quelle di cui è protettore come Ostra Vetere e Serra San Guirico. Ascoli Piceno è ubicata nella parte meridionale delle Marche tra il fiume Tronto ed il torrente Castellano. Ha un territorio affascinante circondato da montagne e da aree naturali protette.
Il suo centro storico è famoso per le sue opere architettoniche ed artistiche di grande valore. In questa città, in onore del Santo, viene organizzata la festa calendariale con il palio a cavallo, gli sbandieratori, con sfilate in costumi d’epoca, con eventi religiosi, con giochi storici, con la giostra dell’anello, con la fiera con prodotti tipici del territorio e la processione con la statua del Santo. A Leporano, in provincia di Taranto, la festa di Sant’Emidio è molto sentita dalla popolazione. In suo onore si organizzano la processione, eventi religiosi, il concerto bandistico, i fuochi d’artificio e manifestazioni sia culturali che folkloristici. Il 5 agosto è dedicato anche alla devozione di altri Santi tra cui San Cassiano di Autun, il Beato Francesco da Pesaro, Santa Margherita da Cesolo, il Beato Federico Janssoone ed il Beato Corrado di Laodicea.