Il 14 settembre si festeggia l’Esaltazione della Santa Croce e viene celebrata dalla Chiesa ortodossa, cattolica e da altre confessioni cristiane e viene ricordata la croce su cui venne crocefisso Gesù. Il giorno è stato scelto perché è in questa data che Sant’Elena ritrovò la croce di Gesù nel 320 quando il popolo venne invitato all’adorazione della reliquia dal vescovo di Gerusalemme. La prima volta la festa in onore della Croce venne celebrata nel 335 in occasione della Crucem sul Golgota il 13 settembre.



Durante i secoli la festività incluse anche la commemorazione del ritrovamento della Vera Croce nel 628 da parte dell’imperatore Eraclio che la tolse ai Persiani che l’avevano sottratta a loro volta nel 614. Nel VII secolo la festa della Croce ricorreva il 3 maggio nel Galles mentre venne spostata a settembre nel 1963 in seguito all’unione fra le pratiche romane e quelle gallesi assumendo il nome di Trionfo della Croce mentre la data di maggio venne nominata Ritrovamento della Santa Croce o più comunemente Invenzione della Croce.



Ad oggi la celebrazione della Croce ha un significato diverso dal ritrovamento di Elena ma rappresenta il supplizio del Cristo che attraverso la sofferenza giunse alla glorificazione, un punto fondamentale della Redenzione. Il nome “croce” deriva dal latino “crux” che significa “tormento” ed era riservata agli schiavi. Il Cristo infatti si sottomise volontariamente a questa condizione tramutando il supplizio in gloria. In questo modo la Croce divenne il simbolo della religione cristiana che rappresentò quindi la figura del Cristo posto sulla Croce ad indicare la sofferenza quotidiana che ogni cristiano deve sopportare partecipando alla gloria del Cristo risorto.



La festa dell’Esaltazione della Santa Croce viene celebrata in particolar modo a Lucca ma anche in altre città d’Italia in cui è presente una chiesa intitolata “Santa Croce”, come la parrocchia di Borgo Santa Croce a Verona.

Anche Enna è fra le città in cui il culto della Croce viene celebrato in modo solenne attraverso la storica e suggestiva Festa del Crocefisso di Papardura i giorni 13 e 14 settembre in cui il Santuario diviene luogo di unione di fedeli in pellegrinaggio. Secondo la tradizione i fedeli videro ad Enna l’immagine del Cristo Crocefisso impressa su una roccia e decisero di dedicare all’immagine un Santuario, visibile ancora oggi sull’altare maggiore. Il rito si conclude con il Calvario, in latino “Calvaria” che indica il luogo del Cranio, la collinetta fuori Gerusalemme in cui salì Gesù per essere crocefisso. Durante il Calvario di Papardura viene effettuata la benedizione della Spina Santa con la reliquia. Enna è un comune siciliano abitato da più di 28.000 abitanti ed è capoluogo dell’omonima provincia. Fino al 1927 Enna aveva il nome di Castrogiovanni ed è nota per essere il capoluogo più alto dell’Italia grazie all’altitudine di 931m per il centro abitato e di 992m per l’acropoli in cui è presente il Castello di Lombardia. I romani appellavano Enna “urbs inexpugnabilis” per via della sua inespugnabilità mentre i greci la definirono “omphalos”, ombelico della Sicilia, per la sua posizione centrale nell’isola. Tuttavia si dice che le origini di Enna siano più antiche e risalgano allo schiavo Euno che la fondò nel 135 a.C.

La città è divisa in Enna alta, in cui si può ammirare la Rocca di Cerere e i resti del relativo tempio ed Enna bassa. Nel 395 a.C. la città venne conquistata da Dioniso il Vecchio, da Agatogle e occupata durante la seconda guerra punica dai Romani nel 214 a.C. Nel VI secolo Enna fu sotto il dominio bizantino diventando nell’859 un luogo strategico per la difesa dagli Arabi e centro politico e culturale con l’insediamento dei Normanni. Il periodo che ha influito maggiormente è tuttavia quello medievale in cui nel 1314 Federico II di Svevia divenne Re di Tinacria e fece costruire la Torre di Federico II e il Castello di Lombardia.

Nella giornata del 14 settembre si ricordano anche sant’ Alberto di Gerusalemme, vescovo e martire e san Gabriele Taurino Dufresse, martire e il Beato Claudio Laplace, martire.