Continuano le polemiche per la condanna di un anno per diffamazione aggravata nei confronti del Professor Battaglia durante la campagna per i referendum per le centrali nucleari. Mistero anche sulla possibilità o meno della sospensione della pena con la condizionale, dai documenti della condanna del Tribunale di Ascoli Piceno ancora non è chiara la revoca o l’assenso alla pena sospesa. Nel frattempo, il commento dell’ex comico e fondatore del Movimento Cinque Stelle è molto piccato e provocatorio: «Il pm aveva chiesto una multa di 6mila euro e il giudice invece ha tolto la condizionale condannandomi ad un anno di prigione e a 50mila di risarcimento: se Pertini e Mandela sono finiti in prigione potrò andarci anche io». Beppe Grilo commenta così sul suo blog, e aggiunge poi che si sente pronto ad andare addirittura in carcere per una causa che sente giusta (il nucleare) e che è stata appoggiata dalla stragrande maggioranza degli italiani al referendum. «Sono fiero, è un’eredita che lascio ai nostri figli che potranno evitare incidenti come Chernobyl e Fukushima».
Fa ancora scalpore la notizia della condanna a Beppe Grillo di un anno per diffamazione aggravata dopo le sue parole giudicate oltraggiose contro il Professor Battaglia in un comizio del 2011: altrettanto clamore ha fatto la notizia successiva che questa pena sarebbe stata sospesa, con relativo mistero e reazioni attorno a queste news. Bisogna dunque chiarire le questioni e non è semplice, innanzitutto i fatti: il docente del Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha denunciato il comico fondatore del Movimento Cinque Stelle, dopo che Grillo aveva detto queste affermazioni. «Non puoi permetterti tu ingegnere di materiali di andare in televisione e dire che a Chernobyl non è morto nessuno. Io ti prendo a calci e ti mando via dalla televisione e ti denuncio», disse così dopo le dichiarazioni di Battaglia ad una puntata di Anno Zero con Michele Santoro. Il problema della pena sospesa al momento ancora non risulta chiarito per le complesse norme burocratiche legate alla condanna del giudice di Ascoli Piceno che ha emesso la pratica giudiziaria, con annesso risarcimento al professor Battaglia di 50mila euro. Sul Corriere della Sera si prova a spiegare perché alla fine Belle Grillo non andrà in carcere, nonostante la sentenza contenga in alcune righe la “revoca della sospensiva” della pena, ovvero il beneficio contemplato sotto i 2 anni a condizione che l’imputato non riconnetta reati nei prossimi 5 mesi. Inoltre la condanna parla anche della sospensione della condizionale di cui aveva goduto Beppe Grillo dopo i 14 mesi che aveva subito come condanna per l’omicidio colposo di due suoi amici e del loro bambino in un incidente stradale del 1981 (la condanna avvenne nel 1988). Ma questa, secondo Luigi Ferrarella, cronista giudiziario del Corriere della Sera, non potrà essere valida perché tra il 1988 e il 2011 sono passati ben oltre i 5 anni limite per legge per non ricommettere eventuali reati (che ancora devono essere dimostrati nei 3 gradi di appello) e quindi per non ottenere la sospensione della pena. Insomma, caso intricato che sta provocando come ci si poteva aspettare, ripercussioni politiche con i deputati del M5S che stanno ovviamente contestando in aula questa decisione del Tribunale di Ascoli Piceno.