Il giorno del 17 settembre di ogni anno la chiesa cristiana ricorda e festeggia la figura di San Roberto Bellarmino, che nel corso della propria vita terrena è stato un esimio teologo, scrittore nonché apprezzato uomo di chiesa.
Cardinale appartenente all’ordine dei Gesuiti, San Roberto il cui nome di battesimo era Roberto Francesco Romolo Bellarmino è nato nella cittadina di Montepulciano il 4 ottobre 1542 in una famiglia benestante di nobili origini anche se tuttavia era nella propria fase decrescente per quanto concerne il mero aspetto economico. I suoi due nomi si devono al fatto di essere stato battezzato dal cardinale Roberto Pucci e per via della grande devozione nei riguardi di San Francesco d’Assisi (lui nacque proprio il 4 ottobre). Già nella sua infanzia, San Roberto oltre a dimostrare di avere una salute piuttosto cagionevole, ebbe modo di far capire quanto fosse incline alla vita ecclesiastica ed al rispetto di quello che sono i canoni della religione cristiana. Infatti, venne inviato presso i padri gesuiti per incominciare il proprio percorso formativo e scolastico.
Una decisione che incise tanto nell’animo di San Roberto che infatti non appena ebbe compiuto i sedici anni di età fece presente il desiderio di entrare nell’ordine dei Gesuiti. Un desiderio che tuttavia venne disatteso giacchè il padre fece pesare la propria preferenza verso un inserimento nel clero secolare inviandolo così nella città di Padova. La scelta del padre fu meramente di natura economica in quanto sperando in una carriera ecclesiastica importante da parte del figlio, si sarebbe potuto ripianare le casse della famiglia. San Roberto tuttavia rimase fermo nella propria convinzione e quando ebbe compiuto i venti anni entrò nel collegio romano. Nonostante provenisse da una famiglia nobile e con conoscenze di un certo spessore anche nel mondo ecclesiastico, San Roberto si fece apprezzare per l’incredibile umiltà e per l’amore verso la lettura e la scrittura. Prima di essere ordinato sacerdote incominciò ad insegnare in diverse scuole e si fece apprezzare anche per le proprie capacità di predicatore.
Dal 1567 incominciò a Padova gli studi presso la facoltà di teologia mentre nel 1570 avvenne la sua ordinazione a sacerdote a Gand, cittadina che fa parte dell’attuale territorio belga, nel giorno della domenica delle palme. Qui venne apprezzato come predicatore sia dalla comunità cristiana che da quella protestante. Papa Gregorio XIII lo fece tornare a Roma per affidargli la cattedra di controversie (apologetica) e questo lo portò a scrivere un libro sul Concilio di Trento e sulla Riforma che ne scaturì. Dal 1588 gli fu affidato il compito di direttore spirituale arrivando a collaborare con il nuovo Papa, Sisto V con il quale ci fu anche un malinteso. In pratica il Papa aveva deciso di inserire il libro scritto da San Roberto, Le controversie, nell’indice di libri proibiti. Cosa che non avvenne per effetto dell’improvvisa morte del Papa per via di una epidemia. Trascorse un breve periodo in Francia per poi tornare a Roma nel 1592 e nel 1599 Papa Clemente VIII lo fece cardinale presbitero mentre nel 18 marzo 1602 San Roberto divenne arcivescovo metropolita di Capua. Grazie alla sua grande cultura, fece diventare Capua un’arcidiocesi molto ricca sotto questo punto di vista.
San Roberto entrò in molte questioni che all’epoca fecero molto discutere in seno alla Chiesa come il caso di Giordano Bruno e di Galileo Galilei. Nel corso della propria vita San Roberto ha scritto tantissime opere piuttosto apprezzate e si spense il 17 settembre 1621.
San Roberto è patrono di Capua, della Pontificia Università Gregoriana, dei catechisti, degli avvocati canonisti e dell’arcidiocesi di Cincinnati negli Stati Uniti.
Il 17 settembre si festeggiano tante altre figura della storia cristiana come san Satiro, san Lamberto, santa Colomba, santa Ildegarda di Bingen, san Pietro d’Arbues, sant’Emanuele Nguyen van Trieu, san Francesco Maria da Camporosso e beato Giovanni Ventura Solsona.