Oggi, sabatoì 26 settembre 2015, la chiesa celebra la memoria dei Santi Cosma e Damiano. Le notizie sulla vita dei Santi Cosma e Damiano sono molto scarse e a volte discordanti. Esistono infatti ben tre tradizioni circa la loro vita: una tradizione araba, una asiatica e una romana. Di certo, si sa che i due Santi erano fratelli gemelli e che morirono da martiri, probabilmente durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano, nel 303. I due fratelli provenivano da una ricca famiglia dell’Arabia, che si era convertita al cristianesimo. I due quindi sarebbero stati educati dalla madre all’arte cristiana e successivamente in Siria avrebbero studiato la medicina.
La tradizione li descrive come due fratelli, gemelli e medici, che praticavano le loro cure senza richiedere alcun denaro in cambio. Questa peculiarità fa di Cosma e Damiano due esempi della carità cristiana e si guadagnarono l’appellativo di Anargiri, dal greco “senza denaro”. Solo in un’occasione, viene citato l’episodio in cui Damiano accettò da una povera donna, guarita miracolosamente grazie alle loro cure, delle uova. Tale gesto del fratello infastidì Cosma, che pare avesse chiesto di essere sepolta, alla sua morte, lontana dal fratello. Tuttavia, questa richiesta pare non sia stata esaudita, poiché il gesto di Damiano è stato interpretato dai seguaci dei due fratelli, come un modo per non offendere la carità della donna. Pare inoltre che durante la sepoltura, i seguaci, siano stati convinti a seppellire i due fratelli uno accanto all’altro, da un cammello, che avrebbe preso voce durante la cerimonia.
I due fratelli sono stati particolarmente apprezzati all’epoca per aver compiuto diversi miracoli, come ad esempio aver salvato un uomo con un’ulcera alla gamba, sostituendo la gamba malata con quella di un soldato etiope morto. Durante le persecuzioni cristiane, i due sono caduti da martiri, ma anche qui le tre diverse tradizioni offrono spunti diversi sulla loro morte. La leggenda narra infatti che i due fratelli siano stati “martiri per ben 5 volte”. Pare infatti che i due siano stati dapprima lapidati ma senza che le pietre riuscissero a colpirli; poi torturati con dei dardi; poi furono gettati in mare con un macigno appeso, ma la corda si sciolse e i due rimasero in vita; poi furono incatenati e portati in una fornace, ma non bruciarono; e alla fine morirono decapitati.
Numerosi sono i paesi del centro e del sud Italia che il 26 settembre commemorano i Santi Cosma e Damiano, con feste e sagre patronali. In Puglia, ad Alberobello, i due Santi vengono festeggiati con una processione dei simulacri, concerti bandistici e fuochi d’artificio. In Sicilia, nella cittadina di Sferracavallo, in provincia di Palermo, i due martiri sono celebrati con giochi e messe liturgiche e con una processione che dura per tutta l’intera giornata del 26 settembre. In Campania ad esempio i due martiri sono venerati in moltissime località, tra cui Eboli, dove la tradizione vuole che nella sera tra il 26 e il 27 settembre i fedeli si intrattengano in una veglia di preghiera che termina il mattino seguente, quando inizia la processione dedicata ai due Santi.
Tra le cittadine che venerano i due Santi, ce n’è una che porta proprio il loro nome, in provincia di Latina. La leggenda vuole che i due Santi nel corso del loro viaggio a Roma abbiano sostato in una grotta dove attualmente sorge il santuario a loro dedicato, che domina il centro storico di questa cittadina. Santi Cosma e Damiano si trova in una zona collinare, sui monti Aurunci e si estende fino alla pianura del Garigliano. Questa piccola cittadina è medaglia d’oro al valor civile, per essere stato luogo di battaglia durante la seconda guerra mondiale, nella cosiddetta linea Gustav.
Il 26 settembre celebra anche i santi Cipriano, Giustina e Tectisto, San Cristoforo della Guardia, San’Eusebio di Bologna e i beati Bonaventura da Puzol e Crescenza Valls Espi.