L’esistenza di Sant’Antonino è indubbia, ma sono incerte dal punto di vista storico le sue circostanze di vita. Le notizie su Sant’Antonino martire, infatti, sono poche e non molto attendibili: le informazioni sul suo paese di origine sono sconosciute, e la sua appartenenza alla legione tebea è avvolta dalla leggenda. La Legione Tebea fu istituita dall’Imperatore Diocleziano verso l’anno 292 d.C.; essa era costituita da giovani uomini provenienti dall’Alto Egitto. Secondo la tradizione locale di Piacenza, città di cui il santo è patrono, Sant’Antonino sarebbe nato da una famiglia distinta e avrebbe subito il martirio nei pressi di Travo, verso l’anno 303. Nel clima di persecuzione contro i cristiani tipico di quel periodo, Sant’Antonino si distinse probabilmente per la sua profonda fede e per il suo coraggio. La leggenda narra del ritrovamento delle sue reliquie da parte di san Savino, vescovo di Piacenza, nel quarto secolo. I vari riconoscimenti delle sue reliquie avvennero da parte dei vescovi Sigifredo (ca. il 1000), Malabaila (1510), Bernardino Scotti (1562), Paolo Burali d’Arezzo (1569), Claudio Rangoni (1615) e, infine, nel 1878-79 da monsignor Giovanni Battista Scalabrini. Per un lungo periodo è stato riconosciuto al martire un viaggio in Terra Santa, collegando a lui una relazione pubblicata varie volte nel Medioevo e nel Rinascimento. In seguito, nel 1889, è stata reperita la versione originale della relazione in due manoscritti, in base ai quali il resoconto è stato attribuito non al santo, bensì a un piacentino probabilmente partecipante al pellegrinaggio; il gruppo di piacentini si era posto sotto la protezione del santo patrono della loro città. È stato inoltre stabilito che il testo si riferiva a un periodo intorno all’anno 570.
Il culto per Sant’Antonino è sempre stato ed è tuttora molto vivo nella città di Piacenza, tant’è che la prima Cattedrale è stata battezzata con il suo nome, la basilica Sant’Antonino, edificata nel quarto secolo. Sant’Antonino martire è ricordato il 30 settembre, data che sembra attribuirsi al suo giorno di nascita. La liturgia della città dedica al patrono due feste: quella principale il 4 luglio, col rito di prima classe, e un’altra con rito di seconda classe il 13 novembre. Durante il rito di prima classe, il 4 luglio, i reggenti del comune di Piacenza si recano ufficialmente nella basilica di Sant’Antonino a portare due ceri di omaggio della città. Il ruolo di patrono di Piacenza di Sant’Antonino è condiviso con santa Giustina. In occasione della festa del patrono, nel mese di luglio, si tiene una fiera tradizionale con bancarelle di ogni genere e stand gastronomici.
Sant’Antonio è il patrono di Piacenza. La città, è capoluogo dell’omonima provincia dell’Emilia Romagna. È soprannominata la Primogenita, perché nel 1848 è stata la prima città di Italia a votare con un plebiscito l’annessione al Regno di Sardegna. Piacenza ha un notevole patrimonio museale e architettonico. In particolare, la città condivide con Parma un progetto per valorizzare le bellezze della Storia del Ducato, con ben venti castelli organizzati in circuito. Piacenza è un importante centro medievale e fu da sempre una sosta ideale per pellegrini, crociati, templari, ma anche artisti e commercianti.
Il 30 settembre, oltre a essere dedicato a Sant’Antoninodi Piacenza, è il giorno di venerazione di San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa nonché protettore di archeologi, bibliotecari, studiosi, traduttori; sant’Amato di Nusco vescovo; Beata Felicia Meda, suora; san Francesco Borgia, sacerdote; sant’Eusebia; Beato Giovanni Nicola, sacerdote gesuita martire; san Gregorio Illuminatore, vescovo apostolo degli Armeni; santa Sofia; sant’Onorio di Canterbury; san Simone di Crepy; santi Urso e Vittore, martiri della legione tebea; santa Rachele, seconda moglie di Giacobbe.