Luigi Chiatti, per tutti “Il Mostro di Foligno”, finisce oggi in un ospedale psichiatrico e dunque non rimarrà libero, secondo la decisione dei giudici di Perugia. Dal carcere di Prato verrà dunque trasferito in un ospedale psichiatrico o in una Rems, la struttura sanitaria che sostituisce quasi tutti gli ospedali ex-manicomio. La notizia ha fatto scalpore per l’accusato e condannato assassino di due bambini nei primi anni ’90, Simone Allegretti (4 anni) e Lorenzo Paolucci (13 anni). Chiatti è in carcere dall’agosto del 1993, quando venne condannato dalla corte di Assise di Perugia e dichiarato pericoloso per la società, esattamente come chiedeva lo stesso imputato riconoscendo i propri disturbi clinici. Parla ai colleghi di Rai News il papà di una delle due vittime innocenti, Luciano Paolucci che riafferma il suo perdono arrivato già all’epoca dei fatti. «L’ho perdonato perché subì delle violenze dopo essere stato abbandonato in orfanotrofio dalla madre. Ricordo però che al processo Chiatti chiese di non essere lasciato libero o avrebbe ucciso ancora: non perdonerei quindi chi lo dovesse liberare e non perdonerei più Chiatti se accettasse di tornare libero».
Luigi Chiatti, noto alle cronache come il mostro di Foligno per le violenze pedofile di cui è colpevole, non sarà rimesso in libertà come si era temuto in un primo tempo. Uscirà sì dal carcere, probabilmente, oggi, ma per essere trasferito in un ospedale psichiatrico giudiziario. L’uomo è stato condannato a trenta anni di galera per l’omicidio di due ragazzini, Simome Allegretti e Lorenzo Paolucci. La sentenza lo aveva definito parzialmente incapace di intendere. Nell’ospedale psichiatrico dovrà rimanere tre anni in quanto considerato socialmente pericoloso. E dopo? Al momento non si sa la sua sorte. Secondo gli avvocati difensori delle vittime, scaduto quel periodo dovrà essere di nuovo valutata la sua pericolosità. Chiatti ha già scontato ventidue anni di carcere, quasi tutta la sua pena. Durante il processo disse di non lasciarlo libero perché avrebbe potuto di nuovo fare del male. Nel corso del processo fu anche accertato che l’uomo, quando si trovava in orfanotrofio, subì violenze sessuali.