Il giorno 4 settembre la Chiesa cattolica festeggia Santa Rosalia. Sono poche le notizie certe che la riguardano anche se qualche notizia si può trovare in alcune testimonianze del 1600, molto dopo la sua morte. Rosalia Sinibaldi nasce molto probabilmente nel 1128 a Palermo e si dice che il suo nome le sia stato dato nel momento in cui al re Ruggero venne predetto che al conte Sinibaldo sarebbe nata una “rosa senza spine”. Per questo motivo quando tempo dopo nacque la bambina, il conte le diede il nome di Rosalia. Un’altra leggenda che contrasta la precedente, attribuisce invece la visione Guglielmo II mettendo in dubbio anche la data di nascita di Rosalia in quanto il regno di Guglielmo II avvenne in un’epoca precedente. Rosalia fu la figlia del conte Sinibaldo, discendente di Carlo Magno, e Maria Guiscardi, nobile di origine normanna. Durante la giovinezza Rosalia visse presso la corte di re Ruggero fino a che un giorno il regnante venne salvato dal conte Baldovino che chiese in premio la mano di Rosalia. Per fuggire al matrimonio, il giorno dopo Rosalia si presentò a corte con le trecce tagliate annunciando che avrebbe abbracciato la fede. Si rifugiò quindi al monastero delle Basiliane a Palermo per poi spostarsi presso una grotta in uno dei terreni del padre. La famiglia cercava di convincerla a sposare il conte e per questo Rosalia iniziò i suoi pellegrinaggi per poi morire il 4 settembre del 1165.
Se le notizie su Santa Rosalia sono poche e incerte, il suo culto è stato tramandato invece in maniera forte. Sono due i fatti avvenuti molto dopo la morte della santa che hanno fatto in modo che la sua venerazione tornasse in auge dopo secoli di silenzio. Nel 1624 infatti Girolama Gatto sognò in un punto di morte una giovane che le chiese di salire sul Monte Pellegrino in cambio della salvezza. L’anno dopo a Vicenzo Bonelli apparve la santa in sogno che gli annunciò che sarebbe morto di peste ma che si sarebbe potuto salvare se il cardinale avesse considerato autentiche le sue spoglie. Quando avvenne, poco prima di morire, Bonelli riferì la visione e il cardinale decise di recarsi sul Monte Pellegrino facendo una processione in cui venne portata come vessillo l’urna contenente i resti della santa. Da quel momento nessun’altro a Palermo morì di peste. Proprio da quest’ultima visione nasce l’attuale festa palermitana svolta nel mese di luglio in cui la popolazione si raduna in processione portando l’urna con le reliquie della santa. Durante la festa sono presenti anche dei carri sfarzosi, alcuni risalenti al 1686, simbolo del trionfo di Santa Rosalia.
Santa Rosalia è la protettrice di molte città siciliane fra cui Palermo, Bivona e Santo Stefano Quisquina. Palermo è una città di origine fenicia costruita intorno al 734 a.c. e successivamente dominata dai bizantini nell’831. Chiamata Panormus, la città divenne centrale in Europa e nel Mediterraneo perché considerata patria di cultura e conoscenza.
Palermo in origine sorgeva su di una pianura circondata da fiumi, torrenti e paludi e sovrastata dalle montagne. La pianura palermitana si affaccia sul Mar Tirreno e assieme ai Monti di Palermo forma la Conca d’Oro. La città si estende lungo la costa e con una penetrazione nell’entroterra limitata e dalle montagne palermitane discendono fino al mare delle vallate create dall’erosione delle acque avvenuta nel corso dei secoli. La principale fra queste è Valle dell’Oreto che delimita la zona periferica da quella del centro.
Il 4 settembre si celebrano anche San Giuseppe, San Bonifacio I papa, San Mosè profeta biblico e i beati Giuseppe di Gesù e Maria, Caterina Mattei da Racconigi, Maria di Santa Cecilia e Gaulo da Bergamo, vescovo di Brescia.