Dopo le parole della psichiatra che ha curato la relazione del fine pena di Luigi Chiatti, il mostro di Foligno che ha appena scontato i 22 anni per le violenze e gli omicidi dei due bambini Lorenzo (13 anni) e Simone (4 anni), che riportavano come per Chiatti ci sia ancora la forte pericolosità nel reiterare il reato, ora arrivano anche le reazioni dell’entroterra sardo dove verrà accolto in un Rems lo stesso uomo. Forti le proteste a Capoterra, nell’hinterland di Cagliari, per l’arrivo di Chiatti nella Residenza Esecuzioni Misure di Sicurezza dell’Asl 6 sardo: l’ormai ex detenuto è stato trasferito in Sardegna due giorni fa dopo la galera per 22 anni, ma nel paesino si è scatenata la paura e gli abitanti del paese non lo vogliono. È stata addirittura creata una pagina Facebook che in soli due giorni ha fatto già 2000 “like”. Lo riferisce l’agenzia Adnkronos, con annesse frasi tutte contro l’arrivo di Luigi Chiatti: «Facciamoci sentire, manifestiamo contro l’arrivo del mostro di Foligno», commentano sulla pagina Fb. Polemiche e perplessità sul suo arrivo anche da parte della stessa struttura di Capoterra, che da giorni è poco tranquilla sia per gli ospiti che per gli operatori, anche se il responsabile del Dipartimento di Salute mentale della Asl 6 rassicura: «E’ una struttura di altissimo profilo scientifico, la seconda nata in Italia e ad altissima valenza terapeutica. Ci operano 5 psichiatri, e non 2 come richiesto, e personale altamente specializzato, educatori esterni, e c’è un altissimo livello di sicurezza ed un altissimo livello terapeutico».

Lo scorso 4 settembre è terminata la pena effettiva di 22 anni per Luigi Chiatti, il cosiddetto “mostro di Foligno” reo confesso e colpevole per avere ucciso e violentato i bambini Lorenzo Paolucci e Simone Allegretti. Dopo l’uscita dal carcere è stato inserito in una struttura sanitaria in alternativa all’ospedale psichiatrico, i cosiddetti Rems. Parla oggi, intervistata dal Quotidiano.net una dei due psichiatri che ha tenuto la perizia su Chiatti in questi ultimi mesi prima della fine pena, Carla Niccheri Gineprari. Assieme al collega Paolo Laszlo, hanno sentite 4 volte Luigi Chiatti in carcere a Firenze e sono giunti alla conclusioni che l’uomo è ancora in grado di uccidere ancora e che non ha mai manifestato segni di auto colpevolezza. «Non c’è assolutamente una critica rispetto a quello che ha fatto, nessun senso di colpa, nemmeno un briciolo. Mai un pensiero sul dolore che ha causato alla famiglie delle vittime o alla sua», così la psichiatra. Inoltre afferma che il mostro di Foligno come da tanti ribattezzato sarebbe molto abile anche nei colloqui non scoprendo mai del tutto la propria personalità, e anche per questo è stato ritenuto opportuno dai giudici, dopo la relazione dei due esperti, di inserirlo in una clinica specializzata e non lasciarlo a piede libero. Molto chiara la Niccheri quando risponde alla domanda sull’eventuale possibilità di rinchiudere a vita Luigi Chiatti: «Direi di sì ora come ora, di sicuro deve esserlo il più a lungo possibile. C’è da lavorare molto su questa persona, non mi si fraintenda è un uomo che, se per mezzo secondo ci si potesse dimenticare cosa ha fatto, ha vissuto una vita sfortunata. L’abbandono della madre, le violenze. Tutto ciò ovviamente non rende accettabile i gravissimi reati che ha commesso».