Sono uscite oggi le motivazioni della sentenza della Cassazione che ha assolto Amanda Knox e Raffaele Sollecito riguardo il delitto di Meredith Kercher quell’ormai famosa notte del 1 novembre 2007. Ebbene, sono molto le controversie che la Corte Suprema ha evidenziato in queste indagini e lungo l’intero processo, con “clamorosi errori nell’inchiesta e con la mancanza di prove oltre ogni ragionevole dubbio”, come scrive la Cassazione nelle sue motivazioni. ora però arriva un altro colpo di scena. Raffaele Sollecito apre la strada alla richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione; a dirlo è Luca Maori all’Ansa, uno dei suoi difensori. Il ragazzo vuole insomma, dopo aver letto le motivazioni, recuperare almeno parte dei danni subiti con quattro anni di carcere per, a detta del processo, un’ingiusta detenzione. «Sono state accolte tutte le nostre tesi e in poche pagine e senza fronzoli la Cassazione fa chiarezza di tutta la vicenda: per Sollecito e per la Knox non ci sono né indizi né prove». L’avvocato Maori fa particolare riferimento al gancetto del reggiseno della povera Mez e del coltello che era considerato l’arma del delitto. A dirla tutta le motivazioni parlano di problemi lacunosi e grossi sia sulle prove a carico che su quelle di innocenza, ma tant’è che non c’erano ovviamente le basi per la condanna in via definitiva. Simili i commenti dei due assolti: Raffaele dice che «emerge chiaramente che sono stato vittima di un clamoroso errore giudiziario che rimarrà nella storia», mentre per Amanda regna sovrana la felicità per una giusta motivazione, «Sono molto sollevata e contenta».
“La Cassazione conferma una volta di più che Raffaele Sollecito è stato processato per anni e tenuto in carcere da super-innocente”. Lo dice l’avvocato Giulia Bongiorno che ha difeso il ragazzo pugliese durante il processo per l’omicidio di Meredith Kercher. Le parole della Cassazione, ha aggiunto il legale, rendono “ancora più bella” la sentenza di assoluzione e “prendono a bastonate gli errori compiuti nelle indagini”.
Sono uscite oggi le motivazioni della Corte di Cassazione sul caso di Meredith Kercher, il terribile omicidio di Perugia della notte di Halloween del 2007 di cui erano stati accusati Raffele Sollecito e Amanda Knox, due nomi ormai diventati acri note nelle cronache degli ultimi anni. Ebbene, qualche mese fa l’assoluzione totale dei due ragazzi amici di Meredith e oggi sono uscite le motivazioni di quella sentenza e ci sono delle novità molto rilevanti: il processo che ha visto l’assoluzione dei due giovani ha avuto «un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, però, risultante anche di clamorose defaillance o “amnesie” investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine», questa l’importantissima sottolineatura della Cassazione. Ad avviso della suprema Corte, se non ci fossero stati questi errori clamorosi e se le indagini quindi non avessero risentito di tali omissioni si sarebbe di fatto consentito fin da subito di delineare un quadro «di certezza, o quantomeno di affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell’estraneità di Know e Sollecito rispetto all’accusa di avere ucciso la studentessa inglese Meredith Kercher». Resta comunque il motivo dell’assoluzione perché ai due ragazzi, come dice sempre la Consulta, manca un insieme probatorio contrassegnato da evidenza oltre il ragionevole dubbio. Stoccata finale anche ai media e alla stampa nel momento in cui afferma: «L’inusitato clamore mediatico del delitto Kercher e i riflessi internazionali della stessa vicenda non hanno certamente giovato alla ricerca della verità provocando un’improvvisa accelerazione delle indagini nella ricerca spasmodica di colpevoli da consegnare all’opinione pubblica internazionale». Dunque unico accusato e in carcere rimane Rudy Guede, il giovane ivoriano che tutt’ora rimane l’unico conto cui sono state rinvenute numerose tracce riferibili a Meredith. Insomma per Mez l’inchiesta è stata sbagliata in tanti frangenti e questo non aiutato di certo la soluzione del processo: dopo ben 8 anni ancora caos attorno ad un caso che ha stravolto lo stesso ordinamento giuridico.