Insonnia killer, può esistere? Nel caso di Giovanni Bonelli, potrebbe essere una “causa naturale” quella che ha portato alla morte di Gemma Majerotto. La donna spirata il 4 gennaio, era stata aggredita dal figlio Giovanni Bonelli nella serata della vigilia di Natale, e le sue condizioni erano apparse subito disperate. Il 35enne assalitore aveva poi provato a suicidarsi, lanciandosi dalle trombe delle scale, ed è ancora ricoverato in gravissime condizioni, le sue condizioni sono critiche, ed impediscono agli investigatori di capire la motivazione del gesto. Gli inquirenti non si sono però abbattuti, e cercando quello che da subito sembrava un movente inspiegabile hanno scandagliato la vita dell’uomo. La scoperta che hanno fatto, potrebbe risolvere il caso e far capire del perché l’uomo si sia rivolto verso la propria madre animato da spirito omicida. Bonelli soffriva di una grave forma di insonnia, il disturbo psicologico sembrerebbe allo stato attuale l’unico neo di una vita felice e tranquilla, senza screzi con nessuno tanto meno con la madre. Bonelli in quella giornata maledetta, così come riportano le pagine del Corriere della Sera, aveva provato a stancarsi sciando, nella speranza di raggiungere un sonno ristoratore che mancava da ben nove giorni. Il tentativo però non sembra essere andato a buon fine, l’uomo dopo l’escursione in montagna era rientrato nel suo appartamento, ma nonostante la stanchezza, forse a causa dell’attività dei figli, non era riuscito a prendere sonno. L’idea allora era stata quella di trasferirsi a casa della madre, una veloce telefonata e poi il rapido viaggio fino al signorile appartamento della Majerotto ubicato in zona “Citta studi”. Bonelli era giunto lì nella mattinata della vigilia di Natale, verso le 14.30 il gesto improvviso. I due non avevano dissapori economici, ed erano da tutti descritti come una normale e tranquilla famiglia. 



Ma può l’insonnia causare gesti così orribili? La mancanza di sonno sicuramente è sinonimo di un problema psicologico grave, molti sono gli studi che hanno fatto luce su un fenomeno che solo in Italia colpisce 12 milioni di persone, (fonte Repubblica) e che nei casi più gravi può portare a malattie “importanti” come ansia, depressione, diabete, ipertensione. Lo studio pubblicato da una famosa rivista scientifica “the Lancet”, evidenzia come nella maggior parte dei casi l’insonnia non colpisce gravemente, in casi sporadici in cui la privazione del sonno è continuativa può però portare a importanti casi di disturbi dell’umore (fonte Lancet.com), ed è proprio questo che sembrerebbe la situazione in cui è maturato l’omicidio milanese. Gli investigatori proprio per com’è maturata improvvisamente l’aggressione (Bonelli ha cercato di strangolare la madre con la cintura dei pantaloni, segno di un tentativo “non preordinato”) credono che la mancanza di sonno sia stata basilare, ed è per questo motivo che hanno ribattezzato l’omicidio come “insonnia Killer”. Nel passato alcuni casi sono stati analoghi, anche se mai si è raggiunto la sicurezza che la mancanza di sonno sia stato l’unico “effetto scatenante”, vi è per esempio il caso americano di Richard Berkowitz autore di sei omicidi tra il 1976 e il 1977 (fonte SerialKiller.it), anche in quel caso la “mancanza di sonno” era diventata cronica e spingeva l’assassino a passare notti insonni in cui progettava gli atti violenti. Nel caso, ancora aperto, si è parlato espressamente di “concatenazione di fattori” citando tra quest’ultimi la difficoltà di avere un sonno rigeneratore di buon livello.

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