Ha ricevuto l’invito per un dibattito sulle unioni civili dal liceo classico “Giulio Cesare” di Roma ma ha deciso di non partecipare, nonostante la sua battaglia per i diritti delle coppie gay. E per spiegare il motivo del suo rifiuto Ivan Scalfarotto, Sottosegretario per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, ha pubblicato una lettera sul proprio sito internet. “Grazie mille per il pensiero, ma temo che non potrò accettare il vostro cortese e graditissimo invito. Non ritengo infatti opportuno dibattere davanti a voi con un’associazione ‘a difesa della famiglia naturale’ e ciò per alcune ragioni molto stringenti – ha scritto Scalfarotto al rappresentante degli studenti – Innanzi tutto, non credo che le famiglie composte da due persone dello stesso sesso e dai loro figli abbiano alcunché di innaturale. Anch’esse infatti esistono in natura, non essendo state create le persone omosessuali in qualche laboratorio. (…) Di conseguenza, come sostenitore della famiglia eterosessuale, non ho alcun motivo di discussione con i rappresentanti di queste associazioni: sono un convinto sostenitore di tutte le famiglie, incluse quelle rappresentate dalla mia eventuale controparte. È però probabile, anzi sicuro, che siano queste persone ad avere qualcosa contro le famiglie come la mia. Non si tratterebbe dunque di un dibattito ‘a due sensi’, ma di una mia difesa da qualcuno che – unilateralmente – attaccherebbe me, avendo dei motivi di odio o di diffidenza nei confronti della mia famiglia e di famiglie come la mia, e dovendone dimostrare l’inferiorità morale, antropologica o culturale”. E aggiunge: “Ritengo che le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersex abbiano tutto il diritto e, dirò di più, forse anche il dovere, di sottrarsi all’equazione che li vuole portatori di un messaggio di uguale valore morale rispetto a quello di coloro che li discriminano. Ritengo dunque che sedersi davanti a una platea di giovani rappresentando il messaggio di chi aspira all’uguaglianza in condizioni di parità formale con il messaggio chi ritiene che le persone debbano essere tenute in condizione di disuguaglianza, sia diseducativo proprio per i giovani prima ancora che lesivo della dignità del messaggio che mi chiedi di rappresentare”.