“Mio figlio Roberto è stato costretto a entrare nell’Ordine di Padre Stefano Maria Manelli”. E’ questa la denuncia di mamma Elena nella trasmissione di Canale 5 Pomeriggio 5 riguardo al caso del convento degli orrori a Frigento, in provincia di Avellino. Nel programma di Barbara D’Urso parla la mamma di un ragazzo di Portici, in provincia di Napoli, che oltre sette anni fa è entrato nell’Ordine di Padre Manelli, referente del convento a cui veniva dedicato il decalogo di Frigento. Il giovane è diventato frate, Fra’ Pietro ed è proprio la madre a raccontare come: “A mio figlio è stato detto che aveva la vocazione. E’ stato due anni in seminario ma non era proprio convinto. Non volevo che entrasse perché non mi fidavo. Poi per caso abbiamo concosciuto Padre Manelli. Io gli ho parlato di mio figlio perché Roberto voleva uscire dal seminario”. Mamma Elena descrive poi quelle che erano le pratiche a cui il figlio era sottoposto una volta entrato nell’Ordine di Padre Manelli: telefonate e lettere controllate, costrizione alla preghiera per ore e ore, cibi scaduti per i pasti.
Si parla ancora dell’oscura vicenda del convento di Frigento in provincia di Avellino nella trasmissione di Canale 5 Pomeriggio 5. Dopo le immagini mai viste del convento, il decalogo segreto e le interviste alle suore uscite dalla struttura, la conduttrice Barbara D’Urso mostra anche una lettera ricevuta da una telespettatrice: nel testo si parla di un 19enne che denucia di essere stato costretto a entrare nell’Ordine di Padre Stefano Maria Manelli, che sarebbe stato referente di questo convento a cui veniva dedicato il decalogo di Frigento. Nei giorni scorsi la trasmissione si era occupata del caso delle suore di Avellino. Alcune suore hanno rivelato dettagli inquietanti della vita all’interno del convento: penitenze corporali, patti scritti con il sangue, minacce. Il convento è al centro di un’indagine per presunti abusi sulle suore, presunti voti di obbedienza scritti con il sangue, possibili marchi a fuoco con l’obbligo di mangiare la cenere, cibi scaduti come obolo per la propria penitenza.