Un sondaggio Ixè condotto per Coldiretti rivela che il 64% degli italiani è favorevole alla coltivazione della cannabis a uso terapeutico in Italia, oggetto di depenalizzazione con il provvedimento del Governo giunto ieri. Secondo la Coldiretti ci sarebbe già almeno mille ettari di serre in disuso da utilizzare per la coltivazione in ambiente controllato così da soddisfare i bisogni non solo dei pazienti in Italia, ma anche di quelli all’estero. Si potrebbe quindi generare un giro d’affari da 1,4 miliardi di euro, con la creazione di circa 10.000 posti di lavoro. Per Coldiretti si tratta di numeri tali da portare a una valutazione seria dell’opportunità offerta per uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto sperimentale di filiera italiana al 100%, capace di unire agricoltura e industria farmaceutica.
E dunque ieri il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla cannabis legalizzata e liberalizzata in Italia, con un aumento della depenalizzazione per chi viola la norme ma possiede il permesso di adoperare la Marijuana per uso medico. Ovviamente non si placano le polemiche contro la decisione del governo sia da destra – non esiste legalizzare ancora di più una droga – e da sinistra – la decisione del Cdm in realtà non risolve nulla ed è una falsa depenalizzazione. La polemica in particolare scatta tra i Radicali del sottosegretario Benedetto Della Vedova e il centro destra, con Gasparri e Ncd in primo piano: alle accuse di rendere libera cannabis e marijuana con questa nuova norma, il radicale di lungo corso risponde così «È un riflesso pavloviano: di fronte alla sola parola depenalizzazione vedono rosso e partono con i proclami e i divieti. Ma in questo caso stanno sparando con la spingarda a un povero passerotto perché si tratta solo di una razionalizzazione del sistema penale che riguarda pochissimi soggetti autorizzati. Da un punto di vista politico rimane il problema che come si evocano diritti civili, parte fuoco di fila. Non so perché lo fanno: è un connotato, come direbbe Marco Pannella, da coalizione Fanfani-Almirante degli anni ’70».
Le manovre che parlano di legalizzazione della Cannabis in Italia e quindi con utilizzo libero della Marijuana in caso di uso terapeutico. Di questa situazione ha parlato anche il giornalista de Il Fatto Quotidiano Peter Gomez su Twitter. Questo in maniera ironica sottolinea: “Cannabis coltivata per uso terapeutico, il Governo depenalizza le violazioni. Non è più reato guidare senza patente”. Gomez poi invita a leggere un approfondimento fatto sulla versione mobile de Il Fatto Quotidiano nel quale si sottolinea l’evidente compromesso al ribasso rispetto a quella che era l’ipotesi iniziale. Non c’è bisogno di nessuna depenalizzazione, si continua a leggere, perchè la produzione per uso terapeutico è già stata autorizzata dal ministro l’anno passato. Questo ha ricordato anche il Ministro della Salute Beatrice Lorenzino. Clicca qui per leggere il tweet e anche l’articolo.
Un passaggio storico? Per alcuni non proprio: la legalizzazione della Cannabis in Italia, con conseguente utilizzo libero della Marijuana ad uso medico e terapeutico, passata oggi al Consiglio dei Ministri, è considerata del tutto insufficiente da Rifondazione Comunista. La depenalizzazione per chi viola le leggi sul possesso per uso medico della Cannabis che oggi il Governo ha reso effettiva viene considerata in maniera negativa da Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione. «Le misure di depenalizzazione sulla cannabis annunciate dal governo sono assolutamente insufficienti, di fatto irrilevanti e non devono quindi trarre in inganno. Quanti sono i soggetti in Italia autorizzati a coltivare cannabis per uso terapeutico? L’Italia continua ad avere una normativa proibizionista e obsoleta». Nella forma ha ragione Ferrero, dal momento che ‘innovazione del Governo non è realmente tale, poi però si può e si deve discutere nel merito della questione per capire se ha senso o meno che venga somministrata una droga illegale per usi medici.
E dunque arriva il sì del Governo: approvato il pacchetto anche per cannabis libera in Italia: da oggi ci sono nuove norme sulla liberalizzazione della marjiuana per uso medico e terapeutico. Il Consiglio dei Ministri questa mattina ha dato il via libera all’intero pacchetto delle depenalizzazioni che comprende anche quella sulla cannabis: passa da reato a illecito amministrativo la violazione delle prescrizioni sulla coltivazione della cannabis, ma solo per i soggetti autorizzati a darlo a fini terapeutici. Resta, elemento cardine da tenere a mente, un reato punibile a livello penale coltivare cannabis e marijuana al di fuori della cornice permessa dallo stato per motivi terapeutici. Ergo, la piantina occasionale che potreste comprarvi sul vostro balcone rimane non legale e passibile di pena. Il provvedimento, nonostante le critiche di parte dell’opposizione di centro destra, viene approvato assieme ad altri pacchetti come l’illecito della guida senza patente, mentre non viene inserito il reato d’immigrazione che subirà un intervento ad hoc.
Oggi arriva in Consiglio dei Ministri la norma sulla Cannabis libera in Italia, così come viene comunemente riferito in queste ore su giornali e web, anche se la liberalizzazione di marijuana e affini, utilizzati per scopo medico, rimane lontana dalla realtà: si tratta di una depenalizzazione perché chi ha già il permesso dell’uso terapeutico. Vedremo cosa succederà dopo il Cdm, ma intanto si allarga il fronte, o partito potremmo anche chiamare, del no a questo tipo di innovazione della norma sulla legalizzazione della cannabis in Italia. I “no” arrivano sostanzialmente dal centro e dal centro destra, come prevedibile, e provano a mostrare le proprie ragioni contro una sostanza che comunque rimane una droga, con gravi effetti che vediamo tutti i giorni nei vari casi di cronaca. «Se si arrivasse davvero a quanto detto, si tratterebbe di un messaggio pericolosissimo per i giovani su quali non si può scaricare la lentezza della giustizia e il sovraffollamento delle carceri». Decisamente contro anche Maurizio Gasparri, di Forza Italia, che afferma “la cannabis produce conseguenze dannose”. Dunque una droga dannosa e una opportunità di cura per alcune malattie particolari? Il dilemma rimane aperto, di certo va confermato che la norma non liberalizzerebbe tout court la cannabis e la marijuana in Italia dall’oggi al domani.
Come giustamente vi spieghiamo qui sotto, la Cannabis libera in Italia a partire dal prossimo Consiglio dei Ministri di oggi potrebbe essere realtà ma senza sconvolgimenti dalla precedente legge: si passa da reato penale ad amministrativo per chi viola la norma ed è già in possesso di regolare permesso ad utilizzo medico della marijuana. Tutto chiaro? Beh, intanto a Chieti la notizia di un giorno fa è che la minoranza del comune, nelle parole del consigliere di Altra Chieti, Enrico Raimondo, ha depositata all’ufficio di presidenza un ordine del giorno che dia attuazione della legge regionale in materia riguardo all’uso terapeutico della cannabis. «La Regione ha approvato, il 4 gennaio 2014, la legge in materia di “Modalità di erogazione dei farmaci e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”, la legge si applica alle strutture pubbliche regionali e alle strutture private accreditate che erogano prestazioni in regime ospedaliero e non è stata impugnata dal Governo dinanzi alla Corte costituzionale», ha affermato ai colleghi di IlCentro, il consigliere Raimondo. Il tentativo, non solitario, è quello di seguire altre regioni come la Toscana che già da tempo usano queste pratiche. Ma ripetiamo, si tratta anche con la nuova decisione del governo, di riadattare quanto già concesso, non di estendere la liberalizzazione di quella che è e rimane a tutti gli effetti una droga.
In dirittura d’arrivo il provvedimento che servirà a liberalizzare la cannabis in Italia e a depenalizzare alcune violazioni nell’ambito della coltivazione della marijuana. Prima che qualcuno si precipiti a concimare il vialetto di casa, è bene ricordare però che le misure, che oggi, 15 gennaio 2016, arriveranno al vaglio del Consiglio dei ministri, riguarderanno la depenalizzazione delle violazioni delle regole compiute solamente dai soggetti autorizzati alla coltivazione della cannabis per uso terapeutico. Le norme fanno parte di un più ampio campionario di depenalizzazioni che domani saranno valutate dal Cdm. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha spiegato: “Non si tratta di depenalizzare il reato per chi coltiva l’erba in terrazzo ma di rendere reato amministrativo quello che oggi è reato penale e che riguarda solo chi, avendo ottenuto l’autorizzazione alla coltivazione a scopo terapeutico, viola quella prescrizione”. In altre parole le leggi riguarderanno solo alcuni soggetti già inseriti e operanti all’interno della coltivazione a scopo terapeutico legalmente riconosciuti, spostando le sanzioni per alcune violazioni dall’ambito penale a quello sanzionatorio. Per tutti gli altri soggetti privati, foss’anche consumatori a scopo terapeutico che dovessero coltivare anche una sola piantina di marijuana, rimane in vigore la possibilità d’incorrere in processo penale, rischiando sanzione pecuniaria e pena dententiva.