Ezio Denti, il consulente della difesa di Massimo Bossetti nel processo per l’omicidio di Yara Gambirasio è stato oggetto di una rissa verbale tra accusa e difesa nel corso del procedimento. Sembra che il Pm abbia cercato di contestare il titolo di studio (e quindi le competenze) del consulente conseguito in Svizzera. La difesa ha quindi cercato di capire se l’intento del processo fosse scoprire l’assassino di Yara o piuttosto indagare su Denti e le sue competenze. Del resto il consulente ha provato a dimostrare che il furgone che è stato visto nei pressi della palestra dove si allenava la Gambirasio non è quello di Bossetti, contestando così una delle prove principali contro l’imputato. Momenti quindi di tensione che sono proseguiti finché non si è deciso di sospendere l’udienza.
Il furgone non è di Bossetti. Questa la dichiarazione di un consulente dell’avvocato difensore di Bossetti rilasciata alle televisioni e ripresa da Quarto Grado nella puntata del 15 gennaio 2016. Il mezzo è una delle prove a carico dell’imputato e che lo identificano come il principale sospettato dell’omicidio di Yara Gambirasi. Il consulente Ezio Denti avrebbe trovato, a suo dire, delle anomalie riguardo alla corrispondenza fra il furgone di Bossetti e quello identificato dalle autorità sul luogo del crimine. Grazie ad un software avanzato, Denti è arrivato alla conclusione che il mezzo ripreso dalle videocamere non sarebbe il medesimo in quanto il furgone di Bossetti è più lungo di 45 cm. Inoltre la scatola del mezzo, ripresa dalle telecamere, non corrisponde a quella ritrovata sul furgone di proprietà dell’imputato. Altre immagini di un’ulteriore telecamera presente sul posto confermerebbero la tesi del consulente. Inoltre Denti ha gettato un’ombra sulla modalità delle indagini svolte dagli inquirenti e che hanno puntato il dito su Bossetti senza svolgere verifiche più accurate su altri furgoni simili a quelli del Bossetti. Questi ultimi mezzi non sarebbero mai stati controllati dalle autorità.