Mio figlio vuole essere una bambina. Questa è la dichiarazione di una madre inglese a cui dà voce Stephanie Hirst, presentatrice della BBC Radio Manchester e a sua volta transgender, che tramite il proprio programma ha denunciato il pregiudizio a cui sono sottoposte sia i diretti interessati che le famiglie stesse. Secondo una commissione di parlamentari, come ci riporta il sito della BBC, le persone transgender -quindi tutti coloro che si trovano in uno stato di transizione da un sesso a quello opposto- devono affrontare numerose repressioni da parte di medici, insegnanti e forze dell’ordine. La commissione ha riportato nella propria relazione di aver trovato alti livelli di transfobia all’interno della società e che questi influiscono sulla vita di più di mezzo milione di persone, specialmente di chi è ancora minorenne. Stephanie Hirst ha raccontato in un video, diffuso grazie al sito ufficiale della BBC, sia la propria storia sia quella di Danni, il bambino, o meglio la bambina di cui si è fatta portavoce. La Hirst ci mostra tramite le immagini -che potete trovare – e ci rende complici del suo passato “al maschile”. ‘Quando riguardo queste foto’, dice alle telecamere la Hirst, ‘vedo un uomo solo nell’aspetto esteriore ma con una vita interiore da donna’. La madre di Danni ci parla del momento in cui ha scoperto che il figlio, che ora ha solo sei anni, in realtà si sentiva una bambina. La famiglia ha sostenuto Danni fin dal primo momento ma la reazione di tutta la società, specialmente delle persone che lavorano all’interno delle istituzioni, non è stata la medesima. Kerry afferma di aver fatto molta fatica e di farla tutt’ora quando deve spiegare che Ethan non esiste e che invece è Danni, una bambina a tutti gli effetti. Se guardiamo le immagini si fa fatica, anche grazie alla giovane età, a capire che Danni in realtà è nata maschio. Ma, come conferma la madre, è una bambina sia nei modi che nei gusti. Una realtà che chi non la vive in prima persona oppure in modo indiretto, non può comprendere. La Hirst, proprio in base al suo personale vissuto, è al centro di una battaglia mediatica che dedica a tutte le persone che come lei, sono nate di un sesso ma hanno un’identità che appartiene al sesso opposto e che le rende a tutti gli effetti uomini o donne, a prescindere dal corpo d’origine. 



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