Oggi, martedì 19 gennaio 2016, si celebra San Giovanni. Nato a Ravenna, è uno dei Santi che, nel periodo della devastazione dell’Italia a causa della lotta coi Lombardi, decise di essere una delle braccia armate della chiesa. La sua vita privata e l’infanzia rappresentano un punto molto sconosciuto: pochissime sono le biografie relative a questo Santo, che ricopriva il ruolo di vescovo nella città di Ravenna. Durante la guerra dell’Italia contro i Lombardi per l’Indipendenza dell’intero paese, la Chiesa divenne un elemento completamente messo da parte dalla popolazione e dai nobili. Essa veniva vista come un elemento secondario: le parole di pace e soprattutto di conciliazione senza violenza, con tanto di dibattiti civili tra le varie fazioni, non vennero ascoltate dalla popolazione, che preferiva invece fare la guerra per ottenere ciò che voleva.
San Giovanni fu uno dei vescovi che, vedendo tale situazione, si mise in gioco e decise di essere uno dei pochissimi elementi sulla quale la Chiesa potesse fare affidamento. Egli infatti cercava di compiere tutti quegli atti che, gli altri vescovi, si rifiutavano di portare al termine: celebrare una messa, parlare alla popolazione e prestare soccorso ai feriti erano tutti compiti che vennero attribuiti a San Giovanni, che per questo motivo divenne uno dei maggiori esponenti della Chiesa durante tale periodo. In maniera particolare,
San Giovanni cercava di salvaguardare la città nella quale si trovava, ovvero Ravenna, nella quale la religiosità delle persone era tutt’altro che presente. Per questo motivo, il vescovo fece il possibile per svolgere, in maniera egregia, ogni singola mansione che gli veniva affidata da parte del Papa Gregorio Magno. Egli fu molto vicino a San Giovanni: vedendo il suo costante impegno, e la voglia di far bene per la popolazione e soprattutto per la Chiesa, dopo aver portato al termine diversi compiti, in maniera perfetta, consegnò al vescovo il Libro della Regola Pastorale.
Questo riconoscimento fece, di San Giovanni di Ravenna, una delle figure maggiormente acclamate nella città e soprattutto nell’ambito ecclesiastico. Il Papa, dopo la morte di San Giovanni, decise immediatamente di beatificarlo, sostenendo che le sue opere erano molto importanti e che fu grazie a lui se, la Chiesa, riuscii a sopravvivere durante quel periodo buio, dove la morte e l’uccisione delle persone erano azioni che venivano compiute quotidianamente, vista la guerra che si stava sviluppando sul suolo italiano.
, dopo la sua morte, non venne riconosciuto immediatamente come uno dei patroni di Ravenna: solo dopo la sua beatificazione, la città decise di investirlo di tale ruolo, come se volesse essere orgogliosa del fatto che, il Santo, vivesse in quella città durante il VI secolo Dopo Cristo.
Il diciannove gennaio è quindi una giornata particolare per la città di Ravenna: i festeggiamenti iniziano dalla mattina, con una breve processione e una funzione religiosa che ricorda tutte le opere che vennero compiute da San Giovanni. Esse vengono ricordate nel dettaglio e il ricevimento del libro del Papa rappresenta uno dei momenti maggiormente importanti della vita del Santo, che viene ricordato con maggior precisione da parte del parroco che celebra la messa. Alla funzione religiosa segue una piccola manifestazione strettamente a sfondo folkloristico. Le altre zone italiane non effettuano tale tipo di celebrazione per San Giovanni, il quale operò maggiormente nella città di Ravenna: il Santo viene però ricordato come uno dei maggiori lavoratori della Chiesa, alla quale permise appunto di essere attiva durante quel periodo storico caratterizzato dalle continue lotte tra la popolazione ed i sovrani.
Anche San Catello, che visse in Campania, è uno dei Santi celebrati nello stesso giorno, visto che ebbe un ruolo simile a quello di San Giovanni, ovvero difendere la Chiesa e ricostruire monasteri ed abazie distrutte dai Longobardi.