La storia di San Sebastiano martire ha interessato pittori e artisti di ogni epoca. Celebre è l’episodio raccontato da Giorgio Vasari nelle “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori” su Fra Bartolomeo: “Per prova fece in un quadro, un San Sebastiano ignudo con colorito molto alla carne simile, di dolce aria e di corrispondente bellezza alla persona parimente finito, dove infinite lode acquistò appresso agli artefici. Dicesi che, stando in chiesa per mostra questa figura, avevano trovato i frati nelle confessioni, donne che nel guardarlo avevano peccato per la leggiadria e lasciva imitazione del vivo…”. La prima rappresentazione del santo è nel mosaico della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna, datato tra 527 e il 565. Tra le più celebri rappresentazioni di San Sebastiano è quella realizzata da Antonello da Messina, databile al 1478 circa e conservato nella Gemäldegalerie di Dresda.



Il giorno del 20 gennaio, in piena sintonia di quanto riportato nel calendario martirologio romano, la Chiesa Cattolica commemora e festeggia ogni anno la figura di San Sebastiano, che nel corso della propria vita terrena dopo essere stato per un lungo periodo di tempo un soldato romano fu fatto martire per aver trovato nella fede cristiana la propria strada. Su San Sebastiano non si conosce tantissimo anche perché vissuto durante il terzo secolo dopo Cristo ma stando a quanto emerso da alcuni studi la sua data di nascita dovrebbe essere caduta durante l’anno 256 nella città di Milano in una famiglia composta da un padre originario dell’odierna cittadina francese di Narbona mentre sua madre era nativa dell’attuale capoluogo lombardo. La sua era una famiglia che credeva nella religione cristiana per cui venne allevato e cresciuto seguendo quello che erano gli insegnamenti cristiani. Dopo un periodo di tempo San Sebastiano decise di lasciare la città di Milano per andare a Roma dove incominciò ad avere dei contatti con il mondo dei militari ed in particolare con la parte della milizia direttamente alle dipendenze dell’imperatore. Intraprese questa carriera diventando peraltro un alto ufficiale dell’esercito imperiale arrivando ad ottenere un ruolo di altissimo prestigio ed ossia quello di comandante della prima corte della prima legione che era in pianta stabile a Roma per assicurare allo stesso Imperatore la dovuta sicurezza nel caso di pericoli di qualsiasi sorte.



San Sebastiano facendo leva su questo grande potere che gli era stato affidato, poté dare sostegno a tutti i cristiani che in quel particolare periodo storico dovettero fare i conti con le terribili persecuzioni a loro carico volute da diversi imperatori. San Sebastiano in questa maniera dava un importante sostegno ai carcerati e permetteva a tutti i martiri di avere una sepoltura nonché dava una importante mano per la diffusione della religione cristiana. Una delle leggende e dei miracoli attribuiti a San Sebastiano è quello relativo alla vicenda di Marco e Marcelliano ed ossia due giovani romani di fede cristiana, incarcerati ed in attesa di giudizio. Il padre riuscì ad allungare i tempi del processo allo scopo di convincerli a ritornare ad essere dei pagani fino a che nella vicenda non si intromise San Sebastiano che fece leva sulla loro fede scacciando in loro la paura della morte. Durante questo tentativo di persuasione, si racconta, che la faccia dello stesso San Sebastiano si illuminò in maniera miracolosa toccando le labbra di una donna di nome Zoe, moglie di Nicastro, capo della cancelleria romana imperiale.



La donna era muta da sei anni ma questo gesto da parte di San Sebastiano le fece tornare la parola convertendo tutti i presenti tra cui anche lo stesso marito. Tuttavia tutti in seguito furono oggetto di terribili martiri come la stessa Zoe che venne uccisa sospendendola in aria per i capelli ad un albero e quindi arrostita. La stessa sorte toccò allo stesso San Sebastiano con l’imperatore Diocleziano che una volta scoperta la fede del suo fidato uomo, si sentì tradito decretando con rabbia la sua condanna a morte. San Sebastiano venne denudato e legato ad un palo sul Palatino dove venne trafitto da un numero incredibilmente alto di lance. I soldati che dovevano completare il martirio credendolo morto lo abbandonarono affinché gli animali potessero cibarsi del suo corpo ma in realtà Sant’Irene recatasi lì per dargli sepoltura si accorse che fosse ancora vivo e lo portò nella propria casa. San Sebastiano recuperò in maniera prodigiosa e nonostante il forte pericolo non volle abbandonare la città di Roma ed anzi si reco durante una festa pagana davanti all’imperatore Diocleziano per rimarcare la propria fede e rimproverarlo per le persecuzioni nei confronti dei cristiani. L’imperatore ne fu stupito ma allo stesso tempo ne ordinò l’immediata flagellazione a morte con il corpo che poi venne gettato nella Cloaca Maxima,ossia una delle più antiche condotte fognarie di Roma. 

 è patrono delle confraternite di misericordia italiane, della guardia svizzera pontificia, della polizia municipale, dei costruttori di aghi, degli arcieri, degli sportivi e dei militari. È Santo Patrono di Aiello del Sabato in provincia di Avellino, della cittadina di Mistretta in provincia di Messina e di Tertenia in provincia di Ogliastra. 

Il 20 gennaio si festeggia anche San Fabiano papa e martire, sant’Ascla, san Neofito, sant’Eutimio, san Vulfstano, il beato Benedetto Ricasoli, sant’Enrico, sant’Eustachio Calafato, il beato Cipriano Iwene Tansi e la beata Maria Cristina Brando.