I passi dell’amore, il film tratto dal libro di Nicholas Sparks uscito nel 2002, entusiasmò mia figlia. Lei, la protagonista, era una diciottenne malata di leucemia. Aveva stilato una lista delle cose che sognava di fare prima di morire. Tra queste c’erano “essere una stella” e “essere in due posti contemporaneamente”. Lui, il giovane bullo della scuola affascinato della ragazza a prima vista sciatta ma infinitamente più profonda delle altre, si dava da fare per esaudire i suoi desideri. 



Ma quello era un film. Jess Fairclough era una ragazza vera. Aveva diciott’anni. Le avevano appena detto che il tumore con cui lottava da un anno le dava pochi giorni di vita. E lei ha scritto. Ha messo nero su bianco le “cose più importanti in questo momento”: “Stare con la famiglia e gli amici”, “Scrivere il mio diario”, “Leggere e ascoltare e parlare e scrivere e disegnare e ascoltar musica”. Perché “queste cose rendono gli esseri felici e io credo che sia il segreto della vita essere felici ed essere buoni il più possibile gli uni con gli altri”.



Che cosa desidera una ragazza di diciott’anni di oggi, quando la morte le chiede il conto? Le cose semplici di cui la vita è fatta: la famiglia, gli amici, i libri, la musica, volersi bene. Torna alla mente l’elenco fatto da un giovane uomo di settecento anni fa: “vedemo li parvuli desiderare massimamente un pomo; e poi, più procedendo, desiderare uno augellino; e poi, più oltre, desiderare bel vestimento; e poi lo cavallo; e poi una donna; e poi ricchezza non grande, e poi grande, e poi più”. Così Dante descriveva la dinamica del desiderio umano, che parte dalle cose semplici — “perché la sua conoscenza prima è imperfetta, piccioli beni le paiono grandi, e però da quelli comincia prima a desiderare” — e poi cresce, cresce, e finisce che mai si accontenta, perché, annota Dante, “in nulla di queste cose truova quella che va cercando, e credela trovare più oltre”. Ma per quanto si salga di scala, rimane che “tutto è poco e piccino all’animo nostro”, chioserebbe Leopardi.



La molla della vita è il desiderio. Il desiderio è una cosa semplice: ama quel che vede, cerca quel che si trova davanti. Jess, a diciott’anni, ha la semplicità dei “parvuli” danteschi. Come questi desiderano “uno augellino”, “un pomo”, così lei vuole “stare con la famiglia e con gli amici”. Ora Jess vede che cosa, Chi, desiderava veramente, dentro la musica e i libri. Le cose sono buone. Le cose ci attirano. Ma le cose non bastano. Per usare l’espressione di una mia amica, sono come i sassolini di Pollicino. Sono messe lì per indicarci la strada. Sono belle, sono buone le cose. Beato chi scopre che sono i sassolini di Pollicino messi lì dal padre che ce le regala.