Scoppia la polemica sulla Regione Liguria, dopo la Lombardia: entrambe manderanno il gonfalone al Family Day 2016 che si terrà sabato a Roma al Circo Massimo: in una intervista ai colleghi del Fatto Quotidiano, il governatore di Forza Italia, Giovanni Toti, ha provato a spiegare i motivi di questa scelta che sta generando non poche polemiche alla vigilia della discussione in Parlamento del ddl Cirinnà sulle Unioni Civili. «Il gonfalone al Family Day? La costituzione tutela la famiglia e non vedo contraddizioni con una manifestazione non di partito». Secondo Toti le polemiche sollevata dalle opposizioni in Consiglio e dalle varie associazioni Arcobaleno sono strumentali, «il gonfalone l’ho mandato anche alla festa di San Giovanni Battista, patrono di Genova, e mica hanno protestato gli ebrei e i musulmani che vivono in città. Lo manderò anche al 1°maggio, alla festa della Repubblica e per le celebrazioni sulla Resistenza. La Costituzione all’articolo 29 tutela la famiglia e quindi non vedo contraddizioni col Family Day, che non è una manifestazione di partito».
Domani entra in aula la legge sulle Unioni civili, a soli due giorni dal Family Day 2016 di Roma, in una settimana che probabilmente potrebbe cambiare molti scenari sulla vita politica attuale. La maggioranza è in clima di fortissima tensione per la paura che possano saltare alcuni paletti del ddl Cirinnà: ieri i senatori Pd hanno trovato accordo unanime, ma se qualcosa dovesse cambiare dopo i primi emendamenti che verranno presentati ed effettivamente la legge subisse alcune modifiche, allora Renzi potrebbe essere in un mare di guai. Al momento infatti il Movimento Cinque Stelle non ha presentato alcun emendamento al ddl, dunque vota schierato a favore della legge, ma l’impressione, come notano molti cronisti politici oggi sui quotidiani, è che attendano il primo passo falso del Pd per poter poi votare tutto contro le eventuali modifiche del testo al Senato. Di contro, l’ala cattolica del Pd, e l’Ncd rischia di far saltare alcuni punti del provvedimento, ovviamente su Stepchild adoption e questione utero. Il premier quindi da un lato rischia di perdere alcuni voti della maggioranza se sceglie di tenere l’impianto Cirinnà così com’è, di contro però se qualcosa concede ai cattodem, allora perderà i voti M5s che rischierebbero di far mancare i numeri. Una coperta corta per il buon Renzi, e non stiamo parlando di Peanuts.
Da ogni parte in questo periodo di Family Day e legge su Unioni civili in Italia arrivano polemiche, tensioni, scontri e dibattiti accesi. I sostenitori della famiglia e quelli delle nuove famiglie, i favorevoli al ddl Cirinnà e quelli contrari, chi attacca e chi difende: un Paese che apparentemente sembra spaccato, o meglio, quel paese che esprime le proprie convinzioni in maniera accesa fa sembrare tale il paese, che magari in silenzio prosegue la propria vita vedendosi davanti tutti giorni le stesse problematiche e cercando di capire come potrei affrontare in prima persona, In tutto questo arriva l’ennesima polemica attorno alla grande manifestazione del Circo Massimo di sabato prossimo: prima Forza Nuova e CasaPound, movimenti estremisti di destra, annunciano di partecipare alla piazza del Family Day, in un secondo momento la replica degli organizzatori con il Comitato “Difendiamo i nostri figli” arriva secca e rifiuta l’eventuale partecipazione. Sentite il portavoce Gandolfini: «Non è arrivata nessuna adesione del genere in segretaria, ma anche se arrivasse sia chiaro che non abbiamo nulla a che fare con Forza Nuova e CasaPound. Disapproviamo assolutamente le loro modalità di espressione e di azione, che sono totalmente fuori dal nostro modo di pensare e di agire». Finirà la querelle? I movimenti di destra si presenteranno lo stesso?
Meno tre giorni al Family Day e meno uno alla discussione in aula della legge sulle unioni civili, con il ddl Cirinnà che arriva in Senato con il testo completamente approvato dalla commissione Senato del Pd. Clima della tensione alle stelle, con il Paese che si spacca in due – o in tre, non per forza sceglier un integralismo o l’altro è sempre la strada migliore – per via dei vari punti scomodi della nuova legge, dalla stepchil adoption, all’utero in affitto e anche alla presunta equiparazione delle coppie omosessuali al matrimonio naturale e riconosciuto dalla Costituzione. Ebbene, travolto da molte polemiche dall’ala cattolica dell’opposizione di avvallare il ddl non facendo cadere il governo, parla Angelino Alfano, leader del Ncd che ai microfoni di Radio Capital apre uno scenario nuovo. «Ho messo in conto un referendum abrogativo nel caso passasse la legge Cirinnà: penso che a fronte di una così difficile decisione parlamentare, se davvero la legge fosse percepita come un punto di eccesso, in una direzione o nell’altra, potrebbe essere una scelta razionale affidarsi al popolo». Campione di equilibrismo il ministro dell’Interno che ovviamente è stato travolto da polemiche da ogni fronte per queste sue affermazione. Alfano però replica che la questione del referendum tratta del futuro, mentre “per l’oggi c’è una partita parlamentare che può condurre a una direzione di buon senso, che non prevede l’equiparazione al matrimonio e l’apertura alle adozioni”. Inutile dire, la battaglia continua anche oggi su tutti i fronti, alla vigilia dell’inizio delle discussioni in aula.