Gli ultimi risvolti sul giallo di Marco Vannini, fanno riferimento alla terribile telefonata al 118 da parte dei Ciontoli ed avvenuta molti minuti dopo lo sparo ad opera del capofamiglia Antonio. Più volte è stato infatti ribadito come, grazie ad un intervento imminente, Marco Vannini si sarebbe potuto salvare. Il settimanale “Giallo”, intanto, nel suo ultimo numero è tornato ad occuparsi di questo aspetto riportando le dichiarazioni al pm della moglie di Antonio Ciontoli, Maria Pezzillo, madre della fidanzata della vittima. La donna ha dichiarato di essere intervenuta nel corso della prima telefonata al 118, in soccorso al figlio Federico, a sua detta non creduto dall’operatrice. Agli inquirenti ha quindi raccontato di aver detto al personale del 118 quanto accaduto a Marco Vannini, definendolo “un attacco di panico”. A sua detta, proprio mentre parlava al telefono il ragazzo si sarebbe messo a sedere sul letto per cui avrebbe riferito all’operatrice: “No guardi, non serve più, si è ripreso”. Le sue dichiarazioni, tuttavia, hanno aumentato i dubbi degli inquirenti. Dall’audio della terribile telefonata al 118, più volte trasmesso da vari programmi tv tra cui “Chi l’ha visto?”, tuttavia, si sente chiaramente la mamma di Martina Ciontoli chiedere al marito istruzioni su come comportarsi.



Non si spengono i riflettori sull’omicidio di Marco Vannini, il giovane di Cerveteri ucciso a Ladispoli lo scorso 17 marzo, nella villetta della famiglia Ciontoli. Il caso di cronaca ha scosso gli animi dell’Italia intera, approdando sui media – nella trasmissione “Chi l’ha visto?” in primis – ma anche sui social. Su Facebook, aumentano gli iscritti al Gruppo “Verità e Giustizia per Marco Vannini”, nato con l’intento di esprimere la solidarietà alla famiglia della giovane vittima, che da oltre dieci mesi attende che venga fatta giustizia. I promotori della pagina, proprio nei giorni scorsi hanno inviato ad Andrea Orlando, Ministro della Giustizia, la richiesta al fine di depositare le firme finora raccolte nelle piazze. Attualmente sono oltre 21 mila le firme raccolte da parte di coloro che hanno preso a cuore il caso, esprimendo la propria vicinanza alla famiglia Vannini e chiedendo a gran voce che la verità sulla morte del giovane sia finalmente resa nota. Anche online, il sito “Change.org” accoglie la petizione alla quale finora hanno aderito oltre 8000 sostenitori. Intanto, ricordiamo la data della prima udienza preliminare fissata al prossimo 9 febbraio e durante la quale si deciderà se la famiglia Ciontoli sarà o meno rinviata a giudizio per il delitto di Marco Vannini.



Poco alla volta emergono nuovi particolari shock in merito al giallo sull’omicidio di Marco Vannini, il giovane ucciso con un colpo di arma da fuoco. Il settimanale “Giallo”, nel suo ultimo numero ha reso note le parole shock pronunciate da Maria Pezzillo, madre di Martina Ciontoli, fidanzata di Marco. La donna, nel corso dell’interrogatorio avrebbe ammesso di aver sentito un forte rumore in casa la sera in cui Vannini ha perso la vita. “Ho sentito come un tonfo, come se fosse caduto qualcosa di grosso a terra”, ha raccontato. Solo dopo non aver ricevuto risposta da parte della famiglia sull’entità del rumore udito, la donna si sarebbe recata in bagno dove il marito Antonio le avrebbe impedito l’accesso. La signora Ciontoli, avrebbe dunque ammesso di aver scambiato lo sparo per un altro rumore e di aver appreso tramite il marito dell’esplosione di un colpo d’aria che avrebbe fatto spaventare Marco Vannini. Nonostante la presenza di sangue – seppur esiguo, stando alle parole della signora Ciontoli e trapelate da “Giallo” – la donna avrebbe creduto alla versione del marito. Nel corso dell’interrogatorio ha poi raccontato di non ricordare chi tra lei e la figlia Martina abbia usato il phon per asciugare Marco. Un grave sospetto è emerso in seguito alla domanda del pm su questo particolare aspetto. Perché i Ciontoli avrebbero ritenuto necessario asciugare il ragazzo ferito? “Perché stando Marco nella vasca, gli avevano fatto… cioè, si era fatto la doccia”, è stata la replica sospetta di Maria Pezzillo. Per la morte del bagnino appena ventenne, ucciso in circostanze ancora poco chiare nell’abitazione della fidanzata Martina a Ladispoli la sera dello scorso 17 marzo, sono indagate ben cinque persone. Oltre all’intera famiglia Ciontoli capeggiata da Antonio – il militare della Marina che sin da subito si è autoaccusato del delitto – a finire nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario ci sarebbero anche la moglie Maria Pezzillo ed i due figli (Martina, fidanzata di Marco Vannini ed il fratello Federico) oltre a Viola Giorgini, quest’ultima indagata solo di omissione di soccorso.

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