La Giornata della Memoria è il momento in cui tutto il mondo ricorda la Shoah, uno dei periodi più terribili di tutta la storia dell’umanità. Come accade ogni anno anche la televisione ricorda con film inerenti l’evento. Stasera su Rete 4 potremo seguire a partire dalle ore 21.15 la prima tv del film ‘Il bambino nella valigia’ (titolo originale ‘Nackt unter Wolfen’) diretto da Philipp Kadelbach e con nel cast Florian Stetter, Sylvester Groth, Robert Gallinowski e Peter Schneider. La pellicola è del 2015 e racconta i fatti del 1945 con riferimento a quanto avvenuto nel campo di Buchenwald. Un bambino ebreo di tre anni viene nascosto all’interno di una valigia e verranno fatti davvero molti sforzi per salvaguardare la sua giovane vita.



Nella Giornata della Memoria che in tutto il mondo si celebra a ricordo della Shoah, oltre che fissare ogni volta la banalità del male perpetrato dal regime nazista, con l’accondiscendenza di molte altre forze politiche dell’epoca, un punto certamente interessante che si è evoluto purtroppo nel tempo è la banalizzazione che purtroppo spesso viene resa sul ricordo dell’Olocausto. Un concetto strano direte voi, ma se realmente oggi non si riesce a far memoria di casa può voler dire per sé, per ogni singola persona, quell’eliminazione dell’umana ragione davanti a delle vite inermi, il rischio è riempirsi la bocca di parolone e prediche e poi far finta che tutto sia sempre come prima. Ebbene, proprio contro questa banalizzazione ha costruito tutta la sua testimonianza in questi anni di Goti Bauer, una delle voci più attive tra i testimoni della Shoah. Attività per studenti, ha incontrati moltissimi ragazzi raccontano sempre più in profondità di quello che ha visto e capito di quegli anni. Arrestata a Varese dopo aver tentato la fuga, l’allora ragazza venne detenuta nelle carceri italiane e poi deportata nel ’44 ad Auschwitz. Venne liberata dai russi, e fu l’unica sopravvissuta della sua famiglia d’origine cecoslovacca. Una storia vera, come tante ce ne sono: ma per capire la sua memoria, cliccate su questa video-intervista, le parole in più non servono.



In un giorno come questo del 27 gennaio dove si ricorda la Shoah con la Giornata della Memoria – ovvero la data in cui venne liberato il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau – è una data molto particolare anche e sopratutto per il mondo della scuola che da molti anni a questa parte viene investita da incontri, celebrazioni e racconti di quegli anni orribili. Il “non dimenticare” si vuole farlo partire dalle giovani generazioni, in modo che non crescano non sapendo quanto accadde o che in qualche modo comprendano a che punto può arrivare l’umana pratica. Per questo motivo una figura su tutti viene ricordata da migliaia di studenti in tutta Italia per la sua storia particolare e drammatica: Luisa Levi, aveva 14 anni quando venne presa dai fascisti insieme a tutta la sua famiglia e deportata prima al carcere di Mantova e poi nei campi di Auschwitz da dove venne prelevata ancora dai nazisti e portata in marcia forzata per scappare dalla Armata Rossa russa che si stava avvicinando. Morì di stenti e di malattia, ma la sua storia colpisce perché era la ragazza più piccola di tutto quel gruppo di deportati e subì le ingiurie, prima della deportazione, di tutta la trafila inquietante delle leggi razziali prima e delle classi differenziate poi. Il lavoro particolare sulla sua figura venne fatto proprio per non dimenticare: si cercarono sue tracce a Mantova prima e poi sulla strada dell’orrore verso la Polonia, tutto raccontato in un libro di Maria Bacchi, Cercando Luisa, che raccolse nomi, cognomi di vittime e carnefici, piena di dettagli e testimonianza. Le scuole oggi la ricordano con moltissimi lavori dedicati a lei spontanei e non forzati per far sì che ognuno possa comprendere per sé cosa significa non tanto il giorno della memoria ma la tragedia che avvenne.



Il Giorno della Memoria è la data designata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare la Shoah: si ricordano le vittime dell’olocausto, quasi 6 milioni di persone. La scelta del 27 gennaio non è casuale perché proprio il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa giunsero presso il campo di concentramento di Auschwitz, liberando dalla terribile prigionia i pochi superstiti che i tedeschi non avevano portato con sé durante la ritirata. Fu solo in tale occasione che si cominciò a comprendere l’orrore del genocidio nazista e gli strumenti utilizzati per uccidere e torturare milioni di persone. Per non dimenticare uno dei momenti più terribili della storia contemporanea, anche l’Italia commemora le vittime dell’olocausto il 27 gennaio ricordando anche tutti coloro che hanno subito la deportazione o la morte in campi di sterminio per ragioni diverse, siano esse religiose o politiche. a Legge italiana prevede che il 27 gennaio vengano organizzate cerimonie commemorative e momenti di riflessione in tutto il territorio italiano. Alle scuole viene invece richiesto di dedicare delle narrazioni o trasmettere dei film che raccontino la durezza di quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le persone di qualunque età, religione e credo politico affinché fatti di questo tipo non si ripetano più. Anche l’opinione pubblica è molto attenta a rispettare e ricordare la tragedia dell’olocausto, grazie ad approfondimenti in quotidiani e riviste. La televisione commemora la Shoah con film dedicati al tema della deportazione nel periodo nazista: Rete 4 trasmetterà in prima serata ‘Il bambino nella valigia’, mentre saranno ben tre i programmi dedicati al dramma del popolo ebraico su Rai Movie. Le pellicole in programma saranno Monsieur Batignol, Vento di Primavera e Arrivederci Ragazzi.