Due opere sull’Olocausto uscite a 50 anni di distanza l’una dall’altra, il romanzo di Primo Levi Se questo è un uomo e il film La vita è bella diretto e interpretato da Roberto Benigni, ma accomunate dalla speranza. Il film di Benigni, uscito nel 1997 è stato accolto subito con favore dalla critica per il modo volutamente “leggero” in cui l’attore e regista ha deciso di raccontare la tragedia della Shoa. Non a caso la pellicola vinse poi nel 1999 tre premi Oscar, come miglior film straniero, miglior attore protagonista (Roberto Benigni) e migliore colonna sonora (Nicola Piovani). Il film racconta la storia di Guido Orefice, uomo ebreo ilare e giocoso, che deportato insieme alla famiglia in un lager nazista, dovrà proteggere il figlio dagli orrori dell’Olocausto: fu riconosciuto come un’opera piena di poesia e lo stesso Roberto Benigni sembra essersi ispirato all’ideale di esistenza descritto da Primo Levi nella sua opera memorialistica Se questo è un uomo: il pensiero che la vita avrebbe potuto continuare ad essere bella. Se questo è un uomo, scritto tra il dicembre 1945 ed il gennaio 1947, è una testimonianza diretta di quanto vissuto dall’autore nel campo di Monowitz, lager satellite del complesso di Auschwitz, e di come riuscì a sopravvivere: un testo nato non per accusare i colpevoli ma “semplicemente” per raccontare quantoera accaduto ed elaborare così quella tragica esperienza.