Il giorno dopo il video choc sui Testimoni di Geova mostrato dalle Iene fa discutere, sia per il contenuto di quanto rivelato sulla manipolazione dei alcuni adepti, sui presunti abusi, e sia per la particolare presa di mira di un’intera religione da parte del programma di Mediaset. Questo servizio tra l’altro non è il primo in cui Le Iene si occupano del caso Testimoni di Geova: già nel 2014 un servizio aveva cercato di raccontare e denunciare alcune pratiche strane. Due ragazze avevano raccontato alla trasmissione di Italia 1 di essere stufe di essere condizionate dalla congregazione in ogni aspetto della loro vita. Ecco le loro parole dell’epoca, riportate in un articolo di Giornalettismo: «Tantissime persone si sono svegliate, sono stufe di essere condizionate in ogni minimo aspetto della loro vita, vorrebbero uscire ma sanno che nel momento in cui abbandonano questo culto perderanno tutti i loro affetti». Problemi, manipolazioni e soprattutto minacce di abbandono. Sono passati anni ma la questione è sempre così: la domanda è se si tratta di alcuni casi isolati o se la quesitone è più diffusa di quanto si pensi o di quanto mostrano le Iene.
Sta sicuramente facendo discutere il servizio sui Testimoni di Geova realizzato da Luigi Pelazza è trasmesso ieri a Le Iene Show per svelare quello che succede dentro il loro Comitato Giudiziario e la manipolazione subita dagli adepti. Un video che ha sicuramente fomentato l’odio verso i seguaci di questa religione, ma che ha anche diviso il pubblico sui social, visto che non tutti si sono sentiti di condannare a priori queste persone: “Basta pensare che secondo le leggi di Geova non si può donare il proprio sangue ad un figlio/a morente. Genitori/persone/religione di m*rda!”, “Il prossimo testimone di Geova che mi viene a bussare, gli butto un bel secchio di urina dal balcone. Sono ufficialmente razzista verso queste latrine!”, “Io nn sono testimone di Geova…ma quello che scrivete voi mi fa abbastanza schifo…facile credere alle cazzate che dice la televisione..io ho alcuni amici e sono delle brave persone…conosco anche infermieri e dottori quindi nn e’ vero niente il fatto dell’Università…conosco TG con figli gay e che cmq stanno in.casa mangiano con i genitori ecc quindi TT stronzate”, “Bisogna conoscerli prima di guiducarli…vergogna. Nn sono testimone di Geova ma nn si può fare di un erba un fascio!!! Quante famiglie cattoliche coprono cose oscene e orribili?”.
Nella scorsa puntata, Le Iene Show ha trasmesso un servizio sui Testimoni di Geova, denunciando la mancanza di libertà in cui vivrebbero gli adepti di questa religione. In Italia i membri sono 500 mila membri e da diversi anni la Cesap, l’associazione italiana di medici e psicologi, indagano sul plagio che subiscono i Testimoni di Geova. L’inviato Pellazza, come si può vedere in video, intervista la dottoressa Lorita Tinelli, psicologa del Cesap, che afferma che i membri di questa religione subiscono costantemente “manipolazione mentale altamente nociva” da parte dei livelli ‘alti’. Uno degli aspetti del plagio parte dall’omologazione degli adepti, costretti ad indossare gli stessi vestiti, fare gli stessi gesti ed usare le stesse parole. Il servizio ci mostra anche due episodi, entrambi con al centro due maggiorenni che compaiono di fronte ad una commissione di anziani volta a giudicarne il comportamento. I due ragazzi hanno avuto rapporti sessuali consenzienti con altre due persone e le rispettive madri li hanno portati di fronte ai ‘giudici’ della setta, costringendoli a rivelare anche i dettagli più intimi. Alla fine i due ragazzi sono stati espulsi come membri e come ci spiega la dottoressa Tinelli, questo implica anche che non possono avere nessun contatto anche con i propri familiari. Anche se abitano nella stessa casa. La seconda parte del video tocca un tema molto più forte, quello della pedofilia. Un ex anziano riferisce alle telecamere di essere stato allontanato dalla setta quando ha denunciato un presunto atto di pedofilia che sarebbe stato compiuto da un membro. Il ragazzo sarebbe stato sorpreso in macchina con un bambino ed il provvedimento preso dagli anziani è stato di impedirgli di parlare pubblicamente ai confratelli durante le riunioni. La setta vieta espressamente di denunciare alle autorità qualsiasi confratello, anche se ha commesso i reati più gravi come questo. L’inviato ha anche cercato di parlare con il padre del bambino ma il plagio è tale che l’uomo, come mostra il servizio, non si rende nemmeno conto di essere manipolato. La dottoressa Tinelli ha confermato che secondo gli studi molte persone, una volta estromessi dalla setta, arrivano anche a commettere il suicidio. Sempre secondo la dottoressa, quindi, l’eventualità quindi di non poter far più parte del gruppo diventa un deterrente e dimostra fuori da ogni dubbio il soggiogamento che tali persone sono costrette a subire.