Nei capi di accusa si legge “almeno nove coltellate, un omicidio commesso con crudeltà e per futili motivi”. Federico Bigotti, 22 anni fra alcuni giorni, è stato arrestato con queste accuse per l’omicidio della madre avvenuto il 28 dicembre a Città di Castello in provincia di Perugia. Adesso è in carcere guardato a vista: l’avvocato difensore ha chiesto la perizia psichiatrica. Un omicidio “cattivo”: ha infierito sul corpo della madre con violenza inusitata, dopo uno dei tanti litigi che i due avevano tra di loro. Non solo: dopo il massacro si è fatto un selfie e l’ha postato su Instagram, il suo volto sorridente e sereno con la frase: «Le carezze sui graffi si sentono di più». Secondo le prime ricostruzioni il ragazzo aveva un rapporto tempestoso con la madre: si parla di violenze psicologiche nei confronti della donna, botte e minacce di ucciderla. Lo avrebbe già tentato una volta, colpendola con il manico di una scopa. A leggere di lui sembra evidente avesse problemi mentali: i vicini dicono che viveva chiuso in casa e quando usciva lo faceva dalla finestra, mai dalla porta. Era violento sin dall’infanzia: cacciato da due scuole e dalla squadra di rugby dove giocava. A 19 anni era stato arrestato per spaccio di droga, si pensa avesse fumato hashish prima dell’omicidio dopo il quale ha chiamato il padre al lavoro dicendo che la madre si era suicidata.