In tutti i Paesi di religione cristiana è tradizione festeggiare il giorno 6 gennaio l’arrivo dei Re Magi e l’Epifania, termine che deriva dal greco antico e che vuol dire manifestazione. In questo giorno, detto anche della Befana, infatti si ricorda il momento in cui la divinità del Cristo Bambino appena nato fu rivelata ai gentili, ovvero alle genti pagane. Tradizionalmente tale festa cade alla fine del periodo natalizio, e più precisamente nel dodicesimo giorno dopo il Natale. Molte tradizioni raccontano che nella notte che precede il 6 gennaio una vecchina a cavallo di una scopa, la Befana, voli di casa in casa a portare doni ai bambini buoni, e cenere e carbone a quelli cattivi. IIl giorno dell’Epifania però dal punto di vista religioso è quello che narra dei Tre Re Magi. 



Chi sono questi Tre Re Magi? Il riferimento va ad un passo del Vangelo di Matteo che racconta come, mentre Gesù, Giuseppe e Maria erano ancora a Betlemme, poco dopo il parto, dei Magi venuti dall’Oriente si fossero recati in visita presso di loro, guidati da una grande stella. I Magi recavano dei doni regali per il Figlio di Dio, e dopo averlo omaggiato tornarono indietro, senza rivelare ciò che avevano visto a re Erode, il quale invece avrebbe voluto sapere dove si nascondeva quel Bambino allo scopo di ucciderlo, poichè credeva che avrebbe potuto minacciare il suo potere. Negli altri Vangeli ufficiali non si parla dei Magi, mentre molti riferimenti si trovano nei vangeli cosiddetti apocrifi, ovvero non riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa Cattolica, che però sono posteriori di molti secoli alla nascita di Gesù.  Anche se è impossibile dire se i re Magi siano esistiti davvero, quel che è certo è che intorno a loro si sono sviluppate tantissime tradizioni e leggende, e che il loro arrivo è celebrato in molte parti del mondo ogni anno. Secondo quello che la tradizione popolare ha tramandato di generazione in generazione, i re Magi erano tre, e i loro nomi erano Melchiorre, Baldassare e Gaspare. Melchiorre è un nome di radici semitiche che vuol dire re della luce, di solito questo personaggio è rappresentato con fattezze europee, ed era probabilmente il più vecchio dei tre.



I Re magi infatti erano di tre età diverse: uno molto giovane, uno adulto e infine uno anziano. Portarono in dono al Bambino Gesù oro, incenso e mirra, seguendo una stella che l’iconografia religiosa, da Giotto in poi, ha trasformato in una cometa, anche se probabilmente era solo una stella molto luminosa, forse una congiunzione di pianeti. Da questi elementi si capisce come le loro figure siano state trasfigurate simbolicamente, se pure all’inizio avessero un fondamento storico. I tre Magi rappresentano i popoli del mondo che recano omaggio alla divinità del Cristo: i doni infatti sono doni da re, specie la mirra, che serviva ad ungere i consacrati. La mirra era portata da Baldassarre, il più giovane, che era un Moro e il cui nome significa sia salva la vita del Re. Il suo è un nome che ricorre molte volte nella Sacra Scrittura. Che i Re Magi fossero re pare altamente improbabile: essi erano piuttosto astronomi, sacerdoti di culti orientali dedicati al sole che studiavano i segni del cielo, specie attraverso le stelle. Quindi si ritiene verosimile che dei sacerdoti persiano abbiano visto qualche segno grandioso nel firmamento e abbiano deciso di mettersi in viaggio per verificare con i propri occhi l’evento prodigioso letto nelle stelle. Oltre ai vangeli, ufficiali e non, gli scritti che ci parlano dei Re Magi sono numerosi: basti pensare che lo stesso Marco Polo ne parla nel suo celebre libro Il Milione. Dice infatti di aver veduto la sepoltura dei tre Magi, che ancora oggi è possibile visitare, solo che si trova in un luogo diverso. Si racconta infatti che da Costantinopoli, dove originariamente i resti dei Magi erano stati tumulati, la regina Elena, madre di Costantino, li portò a Milano, dove furono conservati a lungo nella basilica di Sant’Eustorgio. Da lì furono poi trafugati da Federico il Barbarossa, che li portò a Colonia, dove ancora oggi riposano in un’arca d’argento dorato all’interno della chiesa cattedrale. A Milano solo agli inizi del Novecento tornarono alcune reliquie, che oggi sono esposte accanto al grande sarcofago di pietra ormai vuoto, su cui è scritto Sepulcrum Trium Magorum (il sepolcro dei tre Magi).



Infatti, è proprio nell’Italia settentrionale che il culto dei Magi è particolarmente sentito: il 6 gennaio in molte città si svolgono riti e celebrazioni in loro onore. A Milano si tengono un corteo storico e una messa solenne; a Casnigo, in provincia di Bergamo, tre magi a cavallo passano a portare i doni ai bambini. Tra loro c’è infine Gaspare, dalla fisionomia orientale, dal cui nome deriva il termine diaspro. Dalla tradizione dei Magi che recano doni al Bambin Gesù deriva l’usanza attuale di fare dei regali ai più piccoli nel giorno dell’Epifania. Questa tradizione si è affiancata con il tempo a quella anglosassone di Santa Claus-Babbo Natale. Ma come si affianca la vecchia befana ai re Magi? Una leggenda del XIII secolo racconta che i Magi, cercando il luogo in cui giaceva il Divin Bambino, si fermarono alla porta di un’anziana signora per chiedere informazioni. Lei fu tanto gentile che i Magi le proposero di unirsi a loro per andare in visita al neonato, lei però rifiutò. Non appena i Magi furono spariti all’orizzonte, però, si pentì, e corse loro dietro, ma invano: non le riuscì di raggiungerli. Così continuò a vagare e a cercare Gesù Bambino, dando i doni che aveva portato con sè ai bambini che incontrava strada facendo, sperando che in ognuno di loro si celasse il volto di Colui che stava cercando.