Molte questione che non quadrano nell’attentato a Parigi, o presunto tale, per cui un uomo di trent’anni verso mezzogiorno è stato ucciso in quartiere a nord della capitale di Francia: nei primi momenti, come scrivevamo qui sotto, sembrava che l’uomo volesse entrare in un commissariato di polizia e che gli uomini delle forze dell’ordine lo avessero freddato perché portava in mano un coltello da macellaio e una cintura esplosiva. Ora però alcuni punti si chiariscono e se ne aprono altri ben più inquietanti: la cintura era normalissima per prima cosa, anche se la polizia comunque non avrebbe fatto fuoco per paura della stessa, bensì per una pochette che l’uomo aveva indosso e dalla quale spuntavano dei fili elettrici. L’uomo, ancora senza identità per via della mancanza di documenti, avrebbe 30 anni ed era rasato, e avrebbe sì avuto un coltello con sé, un cellulare e un unico disegno con un a bandiera dell’Isis e una rivendicazione che gli inquirenti giudicano una rivendicazione scritta in arabo. C’è un problema testimone che potrebbe ribaltare l’intero impianto della posizione presa ufficialmente dalle forze dell’ordine, che tramite un portavoce aveva affermato che l’uomo gridando “Alllah è grande” aveva provato ad aggredire un poliziotto ma che comunque avrebbe agito da solo. Sentite questa testimone, citata dall’Ansa e da tutte le agenzie internazionali: «L’uomo non aveva alcun atteggiamento aggressivo, ero a pochi metri di distanza, ho visto perfettamente quell’individuo avvicinarsi agli agenti schierati all’ingresso. Quelli poi gli hanno chiesto di indietreggiare e lui ha fatto due passi indietro ma poi ha ricominciato a camminare verso di loro. Aveva le mani alzate e nessun coltello, ma la polizia ha comunque aperto fuoco su di lui uccidendolo con tre colpi». Ecco, se fosse confermata questa versione evidentemente cambierebbe tutto, con un attentato non attentato che peserebbe sulla quantomeno crisi di allarmismo che avrebbe preso la polizia francese.



Torna la paura attentato a Parigi, con un uomo sospetto ucciso davanti ad un commissariato, pare dalle prime ricostruzioni che avesse indosso una cintura esplosiva. Ad un anno esatto in cui la capitale della Francia ricorda la strage di Charlie Hebdo con l’attacco terroristico contro la redazione del giornale satirico parigino e la strage nel supermercato cocher di due diverse operazioni islamiste, firmate Isis, torna la grande paura di un altro attentato, con nella memoria la notte sanguinosa del 13 novembre 2015 che è ancora vicinissima. I fatti: un uomo questa mattina armato di coltello e con una cintura esplosiva (elemento che ancora deve essere confermato, per ora solo i media francesi ne parlano) è stato ucciso davanti al Commissariato del XVIII Arrondissement. L’aggressore secondo le prime ricostruzioni avrebbe cercato di entrare all’interno del posto di polizia gridando “Allah è grande”, l’ormai solita litania inquietante marchio di fabbrica degli attentatori fondamentalisti islamici. In questo istante arriva un’ultim’ora dalla Francia che rafforza l’ipotesi iniziale e parla, tramite un portavoce del ministero degli Interni francesi citato dalla Stampa, di quest’uomo poi ucciso dalle forze di polizia che avrebbe tentato di aggredire un poliziotto all’interno del commissariato. Il tutto è avvenuto nel quartiere di Goutte-d’Or, nel nord della città in quartiere popolare, pieno di immigrati e con molta popolazione musulmana. Ulteriori notizie nei prossimi aggiornamenti.

Leggi anche

Gabriele Defilippi, chi è l'assassino di Gloria Rosboch e cosa fa oggi/ La truffa, l'omicidio e la condannaPierina Paganelli, Valeria vs Nuzzi/ “Mi avete fatto arrabbiare, non rispondo se no mi querelano”