In occasione della Giornata Mondiale delle Bambine, la città di Milano ha vissuto una particolare mattinata a Palazzo Marino con il sindaco Beppe Sala che ha ricevuto il premio Indifesa 2016, consegnato da Terre des Hommes. Il premio arriva nell’ordine dell’attenzione della città milanese per le vittime innocenti, le violenze domestiche e le situazione di disagio di moltissimi minori, di cui molte bambine e ragazzine-madri: l’associazione umanitaria è al centro dei progetti mondiali per la cura e assistenza dei bambini più poveri e sfruttati e ha deciso di indicare Milano come un’esempio di cura e assistenza in questo campo. Il riconoscimento infatti è dovuto per l’eccellenza delle strutture sanitarie nell’assistenza delle vittime di violenza domestica, in particolari dei bambini e delle bambine, per la promozione dell’educazione nelle scuole e per l’impegno nell’accoglienza di migranti, specie mamme con bambini a carico. Sala ha commentato durante la consegna del premio nella giornata mondiale delle bambine: «Milano, se vuole essere città leader in Italia e dare l’esempio su come l’Italia può crescere, deve essere esempio anche sull’attenzione al sociale, leader nel dialogo tra istituzioni e terzo settore e nella volontà di non dimenticare nessuno».



Una classifica decisamente poco nobile viene presentata durante la Giornata Mondiale delle Bambine dall’ente che si occupa da anni dei dossier sulle violenze e la condizione pessima delle bambine e delle ragazze in tutto il mondo, Save the Children: nel quinto dossier sulla condizione di violenza contro minori, viene presentata la black list dei Paesi mondiali dove essere una ragazza è un altissimo rischi. Si scopre allora che il Niger è il posto peggiore dove poter crescere una bambina, mentre la Svezia è il migliore da questo punto di vista. Ciad, Repubblica Centroafricana, Mali e Somalia gli altri terribili stati dove la violenza sulle ragazze e in generale sui minori è all’ordine del giorno. Ma non solo Africa, anche l’Asia non scherza con l’India che presenta il più alto numero di spose bambine, con circa il 47% delle ragazze sposate prima di aver compiuto i 18 anni. Male anche Afghanistan, Yemen e Somalia per il caso delle spose bambine, mentre gli Stati Uniti a sorpresa son messi male in classifica perché presentano un alto tasso di mortalità materna e numero di bambini nati da madre adolescenti tra i più alti al mondo. Tra i Paesi positivi, Finlandia e Norvegia al secondo e terzo posto, Italia decima davanti a Spagna e Germania: classifiche che vogliono dire poco se non si pone l’attenzione sul fatto che in gioco non c’è un prestigio nazionale, bensì il bene per ogni singolo essere umano, specie se innocente come i minori e le ragazze indifese.



La Giornata Mondiale delle Bambine oggi viene celebrata anche nei numeri choc che riguardano gli orrori che tutto il mondo commette ai danni di minori, spesso di genere femminile. Una tragedia quanto viene riportato da numerosi report di ong, associazioni e onlus internazionali che raccontano il dramma della condizione minorile di milioni di ragazzine e bambine spesso anche piccolissime. La giornata serve anche a ricordare tutto questo, l’orrore della prostituzione, la tratta minorile e le condizioni di sfruttamento contro tante, troppe ragazzine. Secondo quanto pubblicato dalla Unodc (Agenzia Nazioni Unite per il contrasto del crimine organizzato) i dati sono ancora più allarmanti di quanto si possa considerare: sono infatti 2,4 milioni di bambine che sono sfruttate in tutto il globo, di cui l’80% inserite nel giro terrificante della prostituzione. In sostanza, più di due milioni di ragazzine sono inserite nella tratta che da nord a sud, da est a ovest, coinvolge tantissimi Paesi, spesso quelli più ricchi che vedono arrivare colonne di ragazzine “pronte” alla prostituzione. Serve altro per capire che l’emergenza sfruttamento di bambini e bambine esige una soluzione e un contrasto forte? E chiaramente una giornata come questa non potrà mai in alcun modo bastare…



Una grande festa per tutte le più piccole: la Giornata Mondiale delle Bambine è un’iniziativa voluta dall’Onu, per sottolineare l’importanza della loro presenza nella società. E non solo, anche per ricordarle mentre nel mondo sono ancora tante le brutalità che le trovano protagoniste. Stupri, violenze, matrimoni combinati con uomini molto più grandi, prostituzione e maltrattamenti. L’elenco potrebbe essere infinito e nonostante la loro giovane età, si può dire che le bambine e le ragazze portano sulle proprie spalle il fardello di un mondo fatto di adulti che, spesso, le vedono più come un oggetto. E’ in aumento in tutto il mondo il problema della pornografia minorile, cresciuta del +543% negli ultimi cinque anni. Non è l’unico dato a far accaponare la pelle, dato che l’impennata è presente anche per gli atti sessuali con le minorenni, pari al 148% dei casi. Appena l’anno scorso, riporta Il Messaggero, sono state 411 le vittime, fra cui il 78% è composto da bambine. Ma il nemico numero uno delle baby quote rosa non è da ricerare solo all’esterno, nella società, ma anche all’interno dell’ambiente familiare e fra gli affidatari. Senza considerare la minaccia che proviene dai coetanei stessi. Sono oltre 817 i minori di sesso maschile segnalati ai Servizi sociali e condannati per stupro. E ancora. Non è un problema che si verifica altrove, in Paesi come Nigeria, Pakistan, Afghanistan ed Eritrea, per non citare Siria ed Iraq che si trovano al primo posto in materia di schiavitù ai danni delle bambine. Il problema riguarda tutti i territori, nessuno escluso, un numero che, a detta del Presidente di Terre des Hommes, Raffaele K. Salinari, è impressionante e “non lascia spazio a dubbi: la prevenzione della violenza sui minori deve essere una priorità”.