San Serafino, nato Gerolamo, nasce a Montegranaro attorno al 1540 in una famiglia dove, la povertà, risulta essere purtroppo presente e gioca un ruolo che potrebbe essere definito come fondamentale. Questo per il semplice fatto che, da piccolo, san Serafino viene costretto dai genitori a lavorare presso alcuni signori della zona, che però lo trattano come se fosse figlio loro, seppur dovesse dedicarsi interamente al lavoro. Questo proprio perché, i suoi padroni, non riuscirono a concepire un figlio maschio e vedendo la giovane età di san Serafino, decisero di comportarsi con lui come se fosse loro. Il giovane Gerolamo lavorava come custode del gregge e nel tempo libero rimaneva quasi estasiato nell’ascoltare i racconti della Bibbia che, la figlia dei suoi padroni, gli raccontava durante le pause tra una mansione e l’altra. Proprio questo elemento gioca un ruolo fondamentale per san Serafino, che si avvicina quindi al culto cristiano e cerca di effettuare delle ricerche maggiori per poter ottenere un grande numero di informazioni. Il giovane, spinto dalla voglia di conoscenza, cerca quindi di ottenere un grande numero di delucidazioni da parte della giovane figlia dei suoi padroni, che però non riesce a fornirgli tutte quelle spiegazioni che egli vorrebbe sentire. Proprio per questo motivo, sia i padroni che i genitori, decidono di consigliargli di studiare presso un monastero di Ascoli Piceno.
Gerolamo, seppur poco convinto in quanto si ritiene solo un ottimo lavoratore e non uno studioso, decide di seguire il consiglio che gli viene dato dai suoi padroni ed affronta il primo di una breve serie di percorsi di studi. Durante questo periodo, egli sviluppa una grande vocazione per il crocifisso e soprattutto per le parole espresse dal Signore, che riescono ad offrirgli quella sensazione di beatitudine che ricercava da diverso tempo. Gerolamo prosegue quindi nella ricerca di tutte queste particolari sensazioni, che derivano dalla lettura delle Sacre Scritture, che gli permettono di poter capire diversi passaggi fondamentali della storia del cristianesimo e soprattutto riescono a fargli sentire quella vicinanza al mondo cristiano che, lo stesso san Serafino, voleva raggiungere. Durante questo primo periodo di studi, egli decide di cambiare il suo nome proprio in san Serafino e di divulgare la parola del Signore ad Ascoli Piceno, dove però sembra non voler rimanere per lungo tempo. Egli, infatti, vorrebbe recarsi al Vaticano, dove potrebbe apprendere un ulteriore numero di informazioni che gli consentirebbero di potersi distinguere ulteriormente e soprattutto di poter ottenere degli ottimi risultati in termini di soddisfazione personale. Ma visto il suo candore ed il modo di rapportarsi con la gente del luogo, egli non verrà trasferito proprio in quanto sarà la popolazione stessa a chiedergli di rimanere ad Ascoli Piceno. San Serafino acconsente quindi a questo desiderio dei suoi concittadini e prosegue nella ricerca di tutte le risposte relative alla vita cristiana e ad altri aspetti. San Serafino si ammalerà all’inizio del 1600 e solo dopo quattro anni egli potrà riposarsi eternamente, visto che la malattia avrà la meglio su di lui.
Viste le sue tante opere ed il grande impegno profuso per la popolazione di Ascoli Piceno, san Serafino diventa uno dei diversi patroni della città, visto che la stessa lo ricorda con una messa solenne il giorno dodici ottobre di ogni anno.