Le notizie che arrivano dalle zone terremotate sembrano essere positive anche se poi la fredda analisi fa scoprire che l’hashtag batte il cuore. Il premier Renzi in visita nei paesi terremotati tra Marche e Umbria porta buone notizie in merito alla ricostruzione, un decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri che in 53 articoli fissa i capisaldi di tutti gli interventi che saranno necessari per la ricostruzione e per il sostegno alla ripresa economica delle zone che sono state colpite dal terremoto di agosto. Il premier Renzi ha subito messo su Twitter la notizia come se fosse più importante la propaganda che il rapporto con le persone che nel sisma hanno perso i propri affetti i propri beni.



Dicevamo comunque che le notizie sono positive: il provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri prevede infatti il risarcimento integrale per le case e gli edifici colpiti dal terremoto, il prestito d’onore e il riavvio delle attività produttive, la cassa integrazione in deroga per i lavoratori di imprese coinvolte, la possibilità di rinvio di imposte e tasse. Logicamente obiettivo primario è quello della legalità e della trasparenza per evitare anche in questo caso, così come avvenuto per il terremoto dell’Aquila, infiltrazione mafiosa nei cantieri della ricostruzione. 



Parole che assomigliano tanto a quelle che avevano avuto l’ex premier Silvio Berlusconi e l’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso, perché le soluzioni in caso di disastro non hanno colore politico ma devono avere una via d’uscita. La via l’uscita si chiama ricostruzione e per ricostruire serviranno quasi 5 miliardi di euro tra edifici privati e pubblici. I soldi ci sono, ha detto Renzi, a questo punto gli abitanti delle zone terremotate aspettano solo che ci siano i progetti e che i soldi vengano spesi. 

Nel frattempo ci sono anche aiuti diversi da quelli usuali, come la promessa di Diego Della Valle di aprire uno stabilimento della Tod’s ad Arquata per garantire il lavoro ai giovani del posto ed evitare che fuggano dal paese rendendolo spopolato. Anche il sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci, crede che ci siano “tutte le condizioni perché questo decreto possa essere veramente efficace. Aspettiamo la costruzione dello stabilimento Tod’s, che potrà essere importante per la nostra ripartenza”. Nessuna traccia della polemica sulla mancanza dei moduli per svolgere le attività scolastiche che ad Arquata sono ancora dentro le tendopoli.



Ma non è giorno di polemiche. La notizia che verranno risarciti anche i proprietari delle seconde case fa felici tutti coloro che nei paesi terremotati trascorrevano solamente le settimane di vacanza e che adesso rischiavano di rimanere con un cumulo di macerie e basta. 

Tra la gente terremotata non si parla di hashtag ma si parla di cose concrete, della vita di tutti i giorni, delle difficoltà che si incontrano, del freddo che arriva, delle preoccupazioni per l’inverno, delle stalle che non ci sono più e degli animali che devono essere ricoverati al caldo. Un’economia che è ferma, fatta di agricoltura, di pastorizia e che trova mille difficoltà per riprendere una quotidianità normale. Ma rimane l’amicizia tra la gente del paese, quella che si aiuta giorno dopo giorno, che ha riscoperto il senso della comunità, della condivisione, dell’aiuto reciproco, prima ancora di decreti legge e promesse.